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Scicli, «Enrico è morto arso vivo. Avremmo potuto salvarlo»

Di Carmelo Riccotti La Rocca |

“Enrico – ha detto una vicina – aveva bisogno di essere seguito, ma era quasi sempre solo, per noi si tratta di una tragedia annunciata”. In effetti altri vicini raccontano che Enrico Lutri, che avrebbe compiuto 55 anni nel prossimo mese di maggio, aveva provato più volte il suicidio, ma senza mai riuscirsi.“Generalmente – hanno affermato altri vicini – era solito aprire la bombola del gas per cercare di uccidersi, ma non appena sentivamo puzza intervenivamo subito”. Ormai era da anni che Enrico era così, nel suo mondo, ad un tratto era cambiato. Eppure in città molto lo ricordano quando aveva il tabacchi in via Nazionale, lo dipingono come un lavoratore. “Eravamo a scuola insieme – sussurra una donna – era una persona squisita, ma poi era cambiato e non mi riconosceva nemmeno più”. L’epilogo ieri intorno alle 11 del mattino, delle esplosioni, delle urla disperate, fino al tentativo di un vicino che ha provato a sfondare la porta ed entrare, ma è stato soffocato dal fumo. “Il mio cruccio – dice una donna intervenuta nel tentativo di soccorrerlo – è che forse, se avessimo cercato di entrare in casa da una finestra sul retro avremmo potuto salvarlo”. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco della Compagnia di Modica, i carabinieri della locale tenenza e gli operatori del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Chi è entrato in casa ha parlato di un corpo completamente carbonizzato, irriconoscibile. Solo dopo l’arrivo del medico legale, il cadavere è stato messo in una bara e portato via per i rilievi del caso. L’area invece attorno alla casa è rimasta transennata con i carabinieri fermi a piantonarla e i vigili del fuoco che hanno continuato a lavorare per mettere in sicurezza l’abitazione vistosamente danneggiata dalle fiamme. Per comprendere cosa sia successo di preciso a Enrico Lutri bisogna aspettare l’esito delle perizie, sul posto si parlava principalmente di probabile cortocircuito alla stufetta elettrica o allo scaldasonno, ma, non si esclude a priori nessuna pista. Intanto la città piange la morte assurda di un uomo debole, indifeso, che forse aveva solo bisogno di una guida.

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