20 dicembre 2025 - Aggiornato alle 22:52
×

Assoluzione Moscato a Vittoria, Campo e Piccitto: "Non sono i Cinque Stelle il mandante politico, narrazione errata"

La deputata regionale e il coordinatore provinciale di Ragusa chiariscono il proprio punto di vista sulla delicata vicenda

Redazione La Sicilia

20 Marzo 2024, 12:42

campo e piccitto 1

“La recente assoluzione in appello dell’ex sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, nel processo che lo ha visto imputato con l’accusa di corruzione elettorale e per il quale era stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi di reclusione, non può essere usata come un grimaldello politico per colpire il Movimento 5 Stelle e come invece è avvenuto in occasione del comizio di domenica mattina da parte dello stesso Moscato e di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il deputato regionale Assenza e il senatore Sallemi”.

Lo dice il coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle, Federico Piccitto, insieme alla deputata regionale Stefania Campo e al deputato nazionale Filippo Scerra. “Pur comprendendo sul piano umano le tribolazioni e le difficoltà vissute in questi anni dall’avvocato Moscato – dicono i portavoce del M5S - non possiamo accettare che venga spacciata alla comunità vittoriese come verità, una falsa ricostruzione dei fatti accaduti, nella quale il Movimento 5 Stelle viene indicato come il “mandante politico” di un provvedimento (quello dello scioglimento del Consiglio comunale di Vittoria di cui al Decreto del Presidente della Repubblica del 2 agosto 2018) che non ha, e non poteva avere, alcuna natura di discrezionalità di carattere politico. Il D.P.R. del 2018 vede tra i firmatari oltre al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio dei Ministri del tempo, Giuseppe Conte, anche l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, attuale leader della Lega e alleato di governo di Fratelli d’Italia, che nell’artefatta ricostruzione degli esponenti di Fratelli d’Italia, a differenza del Movimento 5 stelle, non avrebbe invece inspiegabilmente alcuna responsabilità in quanto mero esecutore della volontà altrui, costretto a firmare per non si sa quali oscuri motivi o accordi. La verità che i vittoriesi devono comprendere è che i presupposti per l’adozione del provvedimento di scioglimento erano riportati nella relazione inviata dalla Prefettura di Ragusa a seguito degli accertamenti svolti dalla Commissione di Indagine, a sua volta sottoposti a esame da parte del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica nel corso dell'apposita seduta in data  14 maggio 2018, alla quale hanno partecipato, unitamente ai vertici provinciali delle forze di Polizia, il Procuratore Aggiunto della  Repubblica - D.D.A. presso il  Tribunale di Catania, il delegato del Procuratore Distrettuale, il Procuratore della Repubblica  presso il Tribunale di Ragusa e il Capo Centro della Dia di Catania. Far intendere che tutte le autorità e i soggetti che abbiamo citato, abbiano subito condizionamenti da parte di una forza politica operando in maniera non libera e indipendente, rappresenta una gravissima accusa alle istituzioni della Repubblica e una grave delegittimazione di apparati dello Stato che, in primis, chi svolge un ruolo elettivo dovrebbe rispettare. Le vicende oggetto del provvedimento di scioglimento, tra l’altro, riguardano anche il periodo dell’amministrazione Nicosia; contesto storico durante il quale il Movimento 5 Stelle non svolgeva ancora alcun ruolo istituzionale di governo, né a livello comunale né a livello nazionale. Sarebbe stato, oltretutto, doveroso e intellettualmente molto più onesto se i comizianti avessero voluto distinguere nettamente l’iter amministrativo dello scioglimento, da quello giudiziario-penale che ha coinvolto gli ex sindaci. Noi, viceversa, stigmatizziamo le parole di chi in maniera totalmente inappropriata e irrispettosa delle Istituzioni, dedicò lo scioglimento del Comune a un giornalista, facendo apparire come un risultato politico un provvedimento di natura tecnica. La storia politica racconta chiaramente come quegli stessi esponenti non facciano più parte del Movimento. Ecco perché l’aver voluto puntare l’indice contro una forza politica nella sua interezza è quanto mai sbagliato nella forma e, in questo specifico caso, soprattutto nella sostanza”.