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La storia di Stefano, “nano” e obeso ma ora modello di Dolce & Gabbana

Di Michele Farinaccio |

Da “nano” ad obeso fino a modello di Dolce & Gabbana. Perché “dimagrire in modo sano si può”. Il percorso sofferto, travagliato ma efficace di un giovane che supera il tunnel dell’obesità e l’onta dei bulli per diventare fashion model. Il ragusano Stefano Fappiano, in un momento di introspezione su di sé e sulla sua condizione, trova ispirazione, voglia e coraggio per confessare la sua esperienza presentandola in modo semplice e scorrevole, con toni concreti ed efficaci e con il manifesto scopo di coinvolgere il lettore e spingerlo a seguire il suo esempio.

Facendo leva su determinazione, volontà, positività e adeguata educazione alimentare, Stefano insegna come raggiungere risultati insperati con effetti positivi sull’equilibrio psico-fisico di chiunque voglia seguire i suoi consigli. La storia di Stefano Fappiano è un percorso nel quale il giovane ragusano ha trovato la forza di cambiare e di dire no ad una depressione che lo aveva costretto per ben tre anni a non mettere quasi il naso fuori di casa. «Sono stato sempre sportivo ­– racconta – anche grazie a mio padre Claudio che è stato un istruttore di pesi ed un atleta a tutto tondo. All’età di 12 anni non crescevo e i miei amici mi chiamavano nano, giocavo a basket e si capisce bene come l’essere nano a quell’età fosse un po’ frustrante, ho cominciato ad avere un grande complesso che a poco a poco mi ha fatto saltare qualche allenamento e provocato una piccola depressione, quindi il calvario, ho iniziato a mettere peso e sono entrato in un circolo vizioso: più ero nervoso, più mangiavo per il nervosismo. A mare andavo solo con la magliettina, ma mentre mia madre e mio fratello cercavano di farmi cambiare dicendo che stavo sbagliando, mio padre si limitava a darmi quell’input, “quando vuoi io ci sono”. A un certo punto mi sono trovato davanti ad un bivio: la mia vita doveva cambiare per forza, ed il circolo è cambiato. Mi allenavo, dimagrivo, e più sport facevo e più perdevo peso più stavo bene anche psicologicamente».

Da qui la decisione di scrivere un libro, dal titolo “Quel benedetto tunnel”, uscito nel giugno scorso in e-book e a luglio in formato cartaceo. «Nella prima parte del libro parlo della mia storia, raccontando le abitudini che mi hanno portato ad uno stato negativo, quale l’obesità, le abitudini di ora, cosa mi ha spinto a cambiare e tutto ciò che in me ha fatto la differenza spiegando, in alcuni casi più delicati, tutto in maniera dettagliata. Ho voluto raccontare brevemente la mia esperienza con Dolce & Gabbana mettendo anche una foto con la Bellucci e alcune delle sfilate. Nella seconda parte parlo delle sostanze nutritive e dell’uso degli integratori, spiegando in maniera semplice quali sono le sostanze nutritive e a cosa servono, e dando un’infarinatura sull’uso degli integratori per ottenere un buon risultato dal punto vista fisico e salutare. Nella terza parte spiego dettagliatamente come fare ad ottenere il risultato e mantenerlo, parlando degli aspetti psicologici e alimentari che ci fanno ottenere o meno l’obiettivo prefissato, e soprattutto mantenerlo, tutto in maniera sana e naturale. Metto a disposizione del lettore tutta la mia esperienza e conoscenza acquisita in questi anni di allenamenti e approfondimenti nel campo alimentare e del fitness, dando ottimi consigli testati in prima persona. Io sono il risultato che quello che dico: non sono storielle inventate ma fatti».

Lo scorso novembre l’Accademia delle Prefi ha conferito l’attestato di benemerenza a Stefano Fappiano come scrittore emergente del 2018. Il testo può essere definito una via di mezzo tra un’autobiografia e un manuale motivazionale, in quanto lo scrittore – che all’inizio dell’opera, in realtà, ci tiene a non definirsi tale – parla ai lettori di sé, e al contempo cerca di stimolarli, sia tramite massime sull’impegno e sul raggiungimento degli obiettivi, sia tramite consigli pratici, a prendersi cura di loro stessi. Nella prefazione di “Quel benedetto tunnel”, a cura del biologo nutrizionista Luigi Bonomo, si pone attenzione verso un concetto su cui, con lo scorrere delle pagine, lo stesso Fappiano tornerà più volte: la stragrande maggioranza degli utenti, e a volte anche alcuni dietologi, tendono a considerare la dieta come un sacrificio momentaneo, da patire per un determinato lasso di tempo prima di riprendere le proprie abitudini alimentari, mentre invece dovrebbe essere vista come uno stile di vita da sposare con convinzione e portare avanti costantemente.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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