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La tragedia di Vittoria, parlano i vicini: "Le sorelle erano sedute sul marciapiede, la pelle tutt'uno con i vestiti"

Il racconto di una notte di follia. Il figlio aveva pure tagliato le ruote delle auto della sorella e della madre per impedire loro di fuggire

Valentina Maci

14 Giugno 2024, 09:39

Le vittime

Non dovevano scappare. Non dovevano fuggire dall’inferno che lui aveva preparato. Il figlio, il fratello. Quello di cui avrebbero dovuto fidarsi e, invece, già da tempo li teneva in pugno. Tutti quanti, sotto scacco. Era arrivato a tirare oggetti dal balcone anche sulle loro auto. Urla e grida era quello che sentivano i vicini. Sempre. Sempre per i soldi, a quanto racconta chi li conosce bene. Poi la folle decisione di distruggere tutto.
Ha tagliato le ruote delle auto della sorella e della madre, non dovevano andare da nessuna parte anche se fossero sfuggite al suo funesto piano. E non sono potute fuggire alla sua follia omicida. Sono morte Mariem e Sameh, madre e figlia (nella foto). Il padre dell’assassino e la sorella Oumaima versano in gravissime condizioni, lottano tra la vita e la morte. Ha ridotto tutti in cenere, torce umane, ha litigato col padre che voleva difendere la sua famiglia. I capelli, quelle ciocche al vento sulla strada adesso fanno a pari con i racconti di chi li conosceva. Con gli sguardi terrorizzati di chi li ha soccorsi. «Erano sedute lì le due sorelle - racconta un’amica - sul marciapiede, le hanno aiutate ad uscire dalle fiamme, la pelle era tutt’uno con i vestiti, respiravano a fatica, tutti respiravamo a fatica. Le esplosioni in casa erano continue. La madre si capiva che non ce l’avrebbe fatta. Sembra un incubo, ma noi c’eravamo. Era una famiglia meravigliosa, le figlie l’orgoglio dei genitori. Lui creava sempre problemi. Si sfogava la signora, ma da madre cercava sempre soluzioni». Ulteriori dettagli nell'edizione del quotidiano "La Sicilia" oggi in edicola.