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Modica sta con Abdoullai: «Deve restare è uno di noi»

Di Silvia Crepaldi |

MODICA – Continua la mobilitazione della città di Modica per il giovane senegalese Abdoullai Sowe. La storia, che sta facendo il giro della Sicilia, passando anche dall’attenzione dei media nazionali, ha mosso le coscienze dei modicani, da sempre attenti e sensibili al tema dell’accoglienza. Abdoullai vive e lavora in Italia dal 2014, quando è arrivato dal suo Paese in cerca di un futuro di maggiori possibilità, con in tasca la fierezza e l’orgoglio del suo popolo. Abdoullai non ha, infatti, mai chiesto l’elemosina ma si è subito attivato per cercare un lavoro dignitoso che ha trovato in poco tempo.

Dimostrandosi da subito un buon lavoratore e una brava persona, i titolari della dolceria Bonajuto che lo avevano preso in prova, lo hanno confermato con un regolare contratto di lavoro. Abdoullai ha così potuto affittare una casa e con il tempo, acquistare una vetture per recarsi al posto di lavoro. Un esempio di perfetta accoglienza e integrazione, che rischia però di vanificarsi se Abdoullai sarà rimpatriato, così come prevedono le nuove leggi, non avendo ancora ottenuto un regolare permesso di soggiorno.

Una situazione assurda e paradossale, come hanno fatto emergere i giovani del gruppo Immagina, coordinato da Antonio Pluchino, che hanno chiesto alle istituzioni di intervenire per fermare il rimpatrio. Ne è nato un vero e proprio appello alle istituzioni da parte di tante realtà cittadine: “Chiediamo che questa lettera venga timbrata e firmata dalle associazioni, cooperative, esercizi commerciali e cittadini, per segnalare la comune vicinanza al ragazzo – spiegano i promotori – L’adesione è possibile presso la Bottega Quetzal Modica”.

L’appello viene dalle associazioni Caritas diocesana di Noto, Crisci Ranni, Casa Don Puglisi, Cgil Ragusa, Quetzal Modica e Movimento a difesa del cittadino. “Scriviamo – si legge nella lettera – come cittadini di una città che avverte importante la bellezza della sua storia, dei suoi monumenti, della sua cultura, della sua gente. Qui ha trovato accoglienza e lavoro, un giovane di origine senegalese che, come tanti altri, si è inserito nel nostro tessuto sociale, testimoniando una grande tenacia nello studio e nel lavoro, diventando abile artigiano e comunicando la gioia di essere ben voluto. Diventa il simbolo di una buona integrazione fatta di contratto di lavoro e locazione regolari, conseguimento della terza media e studio dell’italiano, ma soprattutto di tanto impegno da parte sua e di tanta stima da parte di chi lo conosce. Per questo ci rattrista molto la notizia circolata in questi giorni del rischio che sia allontanato, come pure altri, a motivo di recenti nuove normative. Confidiamo che si trovino i modi perché possa restare con noi, parte della nostra comunità. Speriamo che a tutti i livelli, soprattutto istituzionali, si trovino vie concrete per questa, come per altre situazioni. Vogliamo, come tessuto di associazioni ma anche come donne e uomini radicati nei principi della nostra Costituzione repubblicana, restare città che accoglie. Vogliamo per questo sentire le istituzioni sensibili a quanto chiede il cuore di una città. Ogni padre e madre capisce bene che un giovane che ha attraversato tante prove, ha raggiunto un traguardo e, come tutti i giovani, ha diritto a una vita dignitosa, ha diritto alla speranza e alla felicità”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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