Ragusa calcio, che batosta sul campo del Siracusa
I giocatori di mister Erra subiscono tre gol dando l'impressione di non riuscire a reagire. Che cosa succede in casa azzurra? Ecco l'analisi del momento no
La mina vagante è già esplosa? E’ quanto si chiedono i tifosi del Ragusa, parafrasando le affermazioni prorompenti della nuova società durante il periodo estivo, dopo la pesante sconfitta (3-0) subita oggi al De Simone. Ora, però, che il calcio d’agosto, dagli esiti invero non troppo esaltanti per i colori azzurri, è solo un ricordo, occorre soffermarsi sui risultati reali. E i risultati reali parlano di due gare giocate, una in casa con il Sant’Agata e una fuori casa con il Siracusa, e di un solo punto rimediato, quello tra le mura amiche con la formazione peloritana, che assume un valore relativo se si considera che proprio il Sant’Agata oggi è uscito sconfitto in casa dal derby con l’Igea. Quindi, domenica scorsa era importante riuscire a vincere. Ma tant’è.
Sia chiaro a tutti. C’è ancora tempo per rimediare. Siamo soltanto alla seconda giornata di campionato. Ma il Ragusa visto all’opera, proprio per gli strombazzanti annunci, lo ripetiamo, del periodo estivo, avrebbe dovuto dimostrare, sin da queste prime battute e a maggior ragione contro un Siracusa che mister Erra ha tratteggiato, durante la conferenza stampa post gara, come una formazione troppo forte per questo Ragusa, qualcosina in più.
Invece, oggi, al De Simone, nel primo tempo si è vista una sola squadra. Nella ripresa, frutto anche dei cambi operati dalla panchina, il Ragusa ha saputo alzare un poco il baricentro del proprio gioco, ma senza riuscire a impensierire sino in fondo l’estremo difensore avversario. E, d’altro canto, senza attaccanti impossibile riuscire a scardinare una difesa quadrata come quella del Siracusa. Con la “bomba” Danti praticamente finora senza miccia, con Ahmetaj fuori gioco e con Bonilla infortunato non si sa ancora per quanto tempo, agli avanti azzurri non si può chiedere di più. Il Ragusa ha fatto quello che ha potuto e oggi al De Simone, come si sapeva già da qualche giorno, ha svolto il ruolo di vittima sacrificale. Adesso, però, è arrivato il tempo di voltare pagina e di pensare alla gara in casa con l’Acireale rispetto a cui bisognerà fare di tutto per cercare di imprimere una svolta a questa parte della stagione, a patto di gestire la gara con la dovuta accortezza, un po’ come era accaduto nel primo tempo del match del Città di Sant’Agata.
Certo, a proposito di gestione, questo momento non proprio irreprensibile del Ragusa calcio è forse da ricercare in qualcosa che si potrebbe fare meglio sul piano societario. Ad esempio, si è appreso che, allo stato attuale, manca la figura del direttore generale visto che Pasquale Leonardo ha deciso di interrompere il proprio rapporto con la società azzurra per motivazioni che meriterebbero di essere scandagliate. Di questa vicenda non è stata data alcuna comunicazione ufficiale da parte della società e sarebbe utile capire il perché. Così come sarebbe utile comprendere chi e in che modo si stia occupando, adesso, di gestire la società visto che il ruolo di diggì, allo stato attuale, risulta essere vacante. Potrebbe sembrare questione da poco, ma non lo è visto che l’identità che si riesce a dare a una società, a cominciare dalle figure apicali, è cruciale, considerato che tutto il resto poi, in qualche modo ne risente. E, al momento, questo Ragusa, ma naturalmente è solo una impressione e va letta in questi termini, sembra per ora senza identità.
Naturalmente, speriamo bene per il Ragusa e, soprattutto, speriamo che tutto il gruppo possa riprendersi da questa fase di appannamento iniziale. Una cosa è certa. Troppe parole spese in libertà durante il periodo estivo, troppi annunci a lasciare intendere che ci sarebbe stata chissà quale squadra, troppe frasi che hanno illuso i tifosi i quali, adesso, si stanno cominciando a risvegliare dal torpore e iniziano pure loro a comprendere che qualcosa non gira per il verso giusto. Ribadiamo, però, che siamo all’inizio e che tutto può ancora cambiare. A patto, naturalmente, di non volere perseverare negli errori. In modo tale che tutti possano tornare a urlare a squarciagola “Forza Ragusa”.