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Un caso Manduria anche a Modica «Ma qui i bulli mai stati in carcere»

Di Redazione |

Angelo Partenza come Antonio Stano, il pensionato morto a Manduria, vittima di una baby gang. A parlare di analogia è la sorella di Angelo Partenza, morto due anni fa a Modica anche lui preso di mira e picchiato in una piazzetta del paese da un gruppo di ragazzini.

L’anziano, dopo le percosse dei suoi aggressori si recò al pronto soccorso denunciando gli autori del pestaggio, due ragazzi di 15 e 16 anni. Le numerose complicazioni condussero l’uomo alla morte, come accertato dall’esame autoptico svolto dal medico legale secondo cui le cause del decesso furono conseguenti a un «arresto cardio-respiratorio per compressione dei centri del tronco encefalico» nella notte, tra il 1 e il 2 febbraio del 2017.

La sorella della vittima, Giuseppina, si rivolse alla Procura di Ragusa. Il pm, Silvia Vassallo, ha chiesto il rinvio a giudizio dei due imputati, uno ha compiuto da poco 17 anni, l’altro è diventato nel frattempo maggiorenne, con l’accusa di omicidio preterintenzionale in concorso. All’udienza preliminare nel giugno scorso nel tribunale dei minori di Catania, i legali dei due imputati hanno chiesto il rito abbreviato e la Map, la cosiddetta messa alla prova con conseguente sospensione del procedimento.

«La somiglianza con la tragedia di Manduria con quella di mio fratello è notevole e questa vicenda ha destato sconcerto per la sua gravità, altrettanto indignazione mi auguro ne susciti, soprattutto tra i giudici, la sorte di Angelo», dice Giuseppina Partenza. «A Manduria – conclude – i due minorenni sono finiti in carcere, qui non hanno fatto un giorno dietro le sbarre e c’è il rischio che non lo faranno mai». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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