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Vittoria e l'arrivo di Cuffaro: "Aiello non ci vuole? Scelta che rispettiamo"

Il leader della Dc parla anche del rapporto con l'on. Ignazio Abbate

Giuseppe La Lota

23 Marzo 2025, 13:14

Dc a Vittoria

Piccola o grande che sia la sala d’accoglienza, quando arriva Totò Cuffaro è sempre sold out. Arriva con 4 minuti di anticipo ai Bassi Fondenti e si vanta della presenza di Massimo La Pira, nipote del Giorgio davanti a cui tutti s'inginocchiano quando si parla di politica vergine e santa. Ad accoglierlo c’è Aiello, Anna Maria, cioè la segretaria provinciale del partito, eletta proprio un anno fa al congresso di Modica. Assente il proconsole cuffariano in provincia, Ignazio Abbate. Le malelingue dicono che Ignazio e Totò, dopo la luna di miele e dopo le europee, si parlano di meno e si evitano di più. «Malelingue - ribatte Cuffaro - Abbate non è qui perché aveva preso appuntamento fuori. Ci saranno altre occasioni per stare insieme. Nessuna freddezza, devo riconoscere che all’Ars è uno di quelli che lavora di più. Forse ritorneremo a Vittoria per fare un convegno sull’agricoltura, che se il sindaco Aiello vorrà condividere sarà bene accetto».

Il neonato gruppo consiliare Dc, formato da mezza dozzina di consiglieri, l’attende davanti ai Bassi Fondenti. In grande spolvero Concetta Fiore, la seconda carica istituzionale in città, ricca di adrenalina appare Rosetta Noto (chi l’avrebbe mai detto… la “Palombella rossa” che del sindaco è stata una corazza), un po' cupo Cesare Campailla («ricordati devi essere o Cesare o nessuno» gli diceva scherzando il dott. Filippo Foresti quando era suo compagno in Giunta), rivelatosi l’agnello sacrificale un mese prima di Pasqua. Gasato appare anche Marco Greco, pronto a querelare tutti quelli che gli hanno buttato fango via social. Come due estranei che entrano a fare parte di una nuova comitiva politica, sembrano Gianna Iabichella e Giacomo Romano.

Eravamo più che certi. I nostri informatori ci avevano raccontato la verità sulle cronache scritte in questi giorni; ma vogliamo la verifica direttamente dall’interessato con domande secche al leader Cuffaro, al quale si può dire di tutto: che ha fondato il “cuffarismo”, che è stato condannato per mafia, che provoca la siccità in Sicilia e che fa eruttare l’Etna, ma che non ha mai cambiato partito, perché da ragazzo ha frequentato la scuola della Camilluccia della Dc, con docenti come Aldo Moro, mentre era studente in Medicina. Prima domanda, il sindaco di Vittoria sapeva che 5 consiglieri della sua lista, compreso un assessore, stavano per entrare nella Dc?

«Sì - risponde serafico Totò - avevano informato il sindaco di questo progetto politico. Un progetto di moderati e ricco di valori al servizio della città di Vittoria». Seconda domanda, e lei che ruolo ha avuto nei contatti con il sindaco? «Il mio contatto c’è stato dopo che i 6 consiglieri hanno fatto la scelta. Noi non volevamo fare i guerrafondai, ma lavorare per la città, ne avrebbe avuto benefici. Aiello non ci vuole? E’ una scelta che rispettiamo…». Terza domanda, perché usa il condizionale avrebbe e non il futuro? «No, noi lavoreremo sempre a supporto della città a prescindere dal fatto che ha messo fuori dalla Giunta Campailla. Continueremo a lavorare per la città». Terza domanda. E in Consiglio quale sarà la posizione dei 6 “rifiutati” dal sindaco? «I consiglieri sceglieranno di votare gli atti che riterranno buoni per la città e di bocciare gli altri. La Dc è un partito plurale, libero e democratico».

Gli pseudo addetti stampa che nelle sedi istituzionali scrivono comunicati senza firma e senza indicare il numero di iscrizione all’Ordine devono prendere atto che le notizie che “La Sicilia” riporta sono vere e certificate al 100%. Se non viene rivelata la fonte è per rispettare la volontà di chi le fornisce. Di comunicatori obbligati per contratto a scrivere sotto dettatura l’Amministrazione comunale ne può avere a chili, anche a titolo gratuito e se si trova in condizioni strutturalmente deficitarie. Ma a questi non è consentito di dare lezioni di deontologia a nessuno.