Il Modica calcio è ancora un cantiere aperto
L'analisi su cosa è piaciuto e cosa ancora è da migliorare dopo la prima stagionale in Coppa con il Palazzolo
Chi credeva di vedere già un Modica in palla capace di orchestrare una manovra utile a produrre gioco puntando a seppellire di reti il Palazzolo, nei sedicesimi di finale di Coppa Italia d’Eccellenza siciliana, è fuori da ogni logica di deduzione calcistica.
I primi calci veri e ufficiali dopo il periodo di preparazione, che è stato intenso e lungo, sono sempre problematici per tutte anche e soprattutto per quelle squadre grandi firme che hanno bisogno di un periodo superiore per metabolizzare gli schemi di gioco, nonostante nella fattispecie sette undicesimi da almeno tre anni milita nelle formazioni allenate da Filippo Raciti e con brillanti risultati, tra campionato e Coppa Italia.
La gara contro il Palazzolo di Matarazzo è stata contaminata da un arbitraggio insufficiente.
Il signor Dolenti di Caltanissetta, l’anagrafe va a sua giustificazione, ha pensato di tenere le redini dell’incontro assumendo provvedimenti spropositati: ha espulso due giocatori senza motivi gravemente apparenti – Sangarè del Modica e Roda del Palazzolo – ha ammonito cinque giocatori del Modica (Savasta, Belluso, Sessa, Mallia, Intzidis) e tre degli ospiti (Pratdessus, Sanchez e Troncoso) rendendo così la partita nervosa e caricandola di quelle aspettative che l’incontro non aveva assolutamente.
Il Modica dei primi sessanta minuti ha dimostrato la sua fisionomia. Il tre–cinque–due messo in campo da Raciti ha funzionato parzialmente in termini di occupazione di spazi, di velocità della manovra che ha coordinate semplici: Floro Valenca a calamitare palloni nella sua tre quarti e dare ordine alle ripartenze, Sessa metronomo e utile a ricamare e a dettare i tempi di gioco sulla fascia di destra e raccordarsi con il compagno libero, Maimone che interpreta con sagacia e intelligenza il ruolo di player alto pronto a lanciare palle risolutive negli ultimi venti metri con Asaro che sulla fascia sinistra intercetta e prepara i piatti per le conclusioni in rete e a ripiegare, quando è necessario e urgente, per garantire un soprannumero nella zona nevralgica del campo nelle ripartenze avversarie.
Certo Savasta - ha segnato al 20’ l’unica rete della gara su calcio di rigore (nella foto) - ha bisogno di flirtare meglio e bene con i compagni di reparto. Belluso è sembrato evanescente e fuori condizione anche se ha messo dentro la seconda rete poi annullata per uno svarione del secondo assistente e dell’arbitro.
La fortuna di Raciti, che ha dovuto prendere atto che la sua squadra soprattutto negli ultimi trenta minuti ha tirato un po' i remi in barca, è che si trova una panchina di qualità. Incatasciato, Mbaye, Misseri e Bonanno sono capaci di fare la differenza in campo non appena saranno in condizione di dare il meglio.
Domenica prossima si va a Palazzolo per la gara di ritorno, senza Sangarè ovviamente, con due risultati utili per il passaggio del turno. Il Palazzolo ogni anno rivoluziona l’organico e opta sempre per calciatori arcigni e fisicamente potenti che non mollano mai la presa sul campo. Nonostante la differenza tecnica con i rossoblù hanno dato un saggio di un torneo che livella tutto quando l’agonismo e la voglia del risultato sono le armi da usare.