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Vittoria, comune sciolto per mafia Il Tar del Lazio respinge il ricorso e l’ex sindaco: «Tutto deciso a priori»

Di Redazione |

VITTORIA Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dell’ex sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato e di altri ex amministratori, contro lo scioglimento del consiglio comunale deciso dal consiglio dei Ministri il 27 luglio dell’anno scorso. Giovanni Moscato rispetta la sentenza ma valuta se fare ricorso al Consiglio di Stato e intanto si è dichiara sorpreso per il fatto che «della sua audizione alla Commissione prefettizia d’accesso fatta il 22 gennaio 2018 non c’è traccia negli atti inviati al ministero dell’Interno e ai tribunali di Catania e Ragusa».

«Sono stato ascoltato dalla commissione d’indagine – dice Moscato – e ho presentato una relazione di 1500 pagine e 200 allegati nella quale spiego quello che, come amministrazione, abbiamo fatto contro la criminalità organizzata. Ma la commissione non l’ha mai inviata né al Ministero né ai tribunali di Catania e di Ragusa, ha inviato solo la sua relazione».

«La sentenza del Tar del Lazio – aggiunge l’ex sindaco – ignora documenti che dimostrano esattamente il contrario. E’ la morte del diritto, la cancellazione della democrazia e non ci possiamo neppure difendere. La sentenza non è sbagliata, è giusta, ma applica una legge sbagliata. Con questa legge nessun comune in Italia può salvarsi. Se entra una commissione d’indagine è già finita, ma la città deve sapere perché è stata sciolta». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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