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Osteoporosi, la Sicilia terza regione italiana per diffusione

L’adozione di una corretta terapia ne riduce di circa il 65% il rischio; purtroppo nella pratica clinica si osserva che, già dopo un anno, la metà dei pazienti interrompe il trattamento

G. G.

29 Marzo 2021, 09:55

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Osteoporosi, la Sicilia terza regione italiana per diffusione

La Sicilia è la terza regione in Italia, dopo Sardegna e Campania, per diffusione dell’osteoporosi. Oltre il 31% degli over 65 ha ricevuto una precisa diagnosi e solo il 20% si è sottoposto a un controllo.

L’osteoporosi è una malattia cronica degenerativa, che insorge spesso in maniera silente; è caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un’alterazione della microarchitettura del tessuto scheletrico, con conseguente aumento della fragilità ossea. Questa situazione determina un aumentato rischio di fratture "da fragilità" (in particolare vertebre, femore, polso, omero, caviglia) per traumi a bassa energia.

In Sicilia, si verificano oltre 19.000 fratture da fragilità all’anno, di cui i 2/3 solo a Palermo e Catania; dato sottostimato se si considerano le vertebrali, che spesso sono asintomatiche e registrate solo nel 20-25% dei casi.

Nel territorio nazionale, la patologia interessa circa 5 milioni di persone (1 milione sono uomini) ed è causa, nel 90% dei casi, di circa 600 mila fratture da fragilità annue. Un corretto stile di vita e l’aderenza alla terapia sono le prime regole per chi è affetto da osteoporosi. Su questi principi puntano i riflettori le continue campagne d’informazione e di sensibilizzazione. L’ultima iniziativa, promossa da Apmarr a dicembre scorso, Fondazione Firmo e SeniorItalia, in partnership con Amgen Italia, leader nelle biotecnologie farmaceutiche, si è rivolta a tutti coloro che per l’appunto soffrono di fragilità ossea e in particolare a chi ha già subìto una frattura. Infatti, il rischio di una nuova frattura è molto alto: 5 volte più elevato rispetto a una persona sana, in particolare nel primo anno.

L’adozione di una corretta terapia ne riduce di circa il 65% il rischio; purtroppo nella pratica clinica si osserva che, già dopo un anno, la metà dei pazienti interrompe il trattamento. È un quadro preoccupante per la salute pubblica, non solo per la qualità della vita dei cittadini, ma anche in termini economici, se si pensa che le fratture da fragilità incidono ogni anno al Servizio Sanitario Nazionale per circa 10 miliardi di euro, tra ospedalizzazioni, interventi chirurgici, riabilitazione e spese assistenziali.

«In Sicilia, ancora oggi l'osteoporosi è una patologia sottostimata e sotto diagnosticata, solo circa il 20% dei pazienti con frattura viene sottoposto a una corretta terapia, mentre il restante 80% non riceve trattamenti idonei, dichiara la prof.ssa Giulia Letizia Mauro, direttore del dipartimento assistenziale di "Riabilitazione, Fragilità e Continuità Assistenziale" dell’Aoup "Paolo Giaccone" di Palermo - prof Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa del dipartimento Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche presso l’Università degli Studi di Palermo.