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Fibromialgia, due milioni di italiani ne soffrono, che cosa è e quali sono le terapie

Di Fabio Russello |

Quasi due milioni di italiani soffrono, a volte senza esserne consapevoli, di fibromialgia. Si tratta di una sindrome muscolo-scheletrica spesso associata al mal di schiena e per questo motivo non riconosciuta o trascurata. Che cosa intendiamo, dunque, per sindrome fibromialgica? Quali sono i sintomi cui prestare attenzione e le migliori strategie per curarla?

Definita tecnicamente come sindrome fibromialgica, si tratta di una patologia che colpisce prevalentemente i muscoli e le loro inserzioni con le ossa nell’area della schiena. Molti la confondono con il comune “mal di schiena”, altri con l’artrite o con altre patologie che causano deformità delle strutture articolari. Invece è un disturbo a sé stante, diagnosticato, secondo la definizione dell’Associazione italiana sindrome fibromialgica (AISF), come una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli. Vediamo di cosa si tratta nel concreto e come ci si può accorgere di soffrirne.

Il sintomo più frequente della fibromialgia è il dolore, in particolare a livello delle vertebre cervicali o delle spalle. Per questa ragione può essere definito, superficialmente, come un mal di schiena. Tuttavia il dolore si può diffondere anche in altre aree del busto.

La tipologia di dolore è molto soggettiva: in alcuni casi, infatti, la sensazione è quella del bruciore, in altri rigidità, contrattura o tensione. Varia anche nel corso del tempo o durante la giornata, a seconda dello stress accumulato o del ciclo del sonno.

Circa il 90% dei pazienti affetti da fibromialgia segnala anche un generale senso di affaticamento e spossamento, definito come astenia, tanto che in alcuni casi può capitare che vengano diagnosticate, contemporaneamente, sia la sindrome fibromialgica che quella da affaticamente cronico.

Infine, si ritiene che esista un collegamento tra fibromialgia e alcune forme di ansia e depressione. Si tratta di una condizione piuttosto diffusa nella maggior parte dei pazienti che soffrono di patologie croniche: di fatto, avere a che fare quotidianamente con la sensazione di dolore e l’impressione che la malattia non migliori mai ha un naturale impatto sull’umore.

I sintomi della fibromialgia più diffusi, secondo quanto rilevato dall’AISF, sono i disturbi del sonno (poco profondo e non ristoratore), cefalea muscolotensiva o emicranica, sensazione di stanchezza (astenia), rigidità mattutina (specie al collo e alle spalle), colon irritabile, (stipsi e/o diarrea), parestesie (costituite da formicolii e sensazioni simili a punture), bruciore durante la minzione, sensazione di gonfiore alle mani, dolori al torace, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, disturbi della sfera affettiva (ansia e/o depressione).

Non esiste, per ora, uno studio che confermi una causa univoca della fibromialgia. Tuttavia i reumatologi sono concordi nell’individuare una serie di fattori che possono scatenare la sindrome e condizionarla. Si ipotizza, inoltre, che possa essere legata a disfunzioni ormonali e ad alcune alterazioni a livello dei neurotrasmettitori.

In particolare, sembrano essere elementi di rischio lo stress di vario tipo, compresi eventi traumatici, affaticamento, carenza di sonno, rumore, freddo, umidità, cambiamenti meteorologici, periodo pre-mestruale.

È probabile che tutti questi fattori insieme possano acutizzare il dolore, segno della fibromialgia, e contestualmente aggravare il quadro clinico.

Alla luce della complessità della patologia, l’approccio terapeutico è altrettanto variegato. Infatti, si combina la terapia farmacologica con programmi di esercizi fisici per ridurre la tensione muscolare.

In generale, il paziente fibromialgico tende a trarre beneficio dalla somministrazione di farmaci quali aspirina, ibuprofene e paracetamolo, impiegati per ridurre il dolore. Ad essi vengono affiancati medicinali finalizzati alla regolarizzazione del sonno, sempre sotto indicazione del medico che valuterà il caso singolo.

Dal punto di vista movimento si è osservato che le attività aerobiche aiutano chi soffre della sindrome fibromialgica: in pratica, aumentano il senso di benessere e riducono l’intensità del dolore. Gli esperti consigliano di partire da programmi di allenamento anche a bassa intensità, ma prolungati nel tempo affinché sia possibile osservare i risultati e coglierne i benefici.

Infatti, eccedere con l’attività fisica oppure non calibrare in maniera attenta l’allenamento sulle proprie esigenze può aumentare il rischio di infortuni. Indirettamente, questo può portare all’insorgenza o all’aggravarsi della fibromialgia, trattandosi di una sindrome che colpisce la parte alta della schiena e il busto. Proprio per questo motivo, può essere utile sottoscrivere una polizza assicurativa fisioterapica che può aiutarci a sostenere le spese della terapia riabilitativa. Infatti, è prevista la copertura dei trattamenti fisioterapici a fini riabilitativi, sconti presso le strutture convenzionate con UniSalute e un servizio di consulenza telefonica personalizzata. Un piccolo gesto di prevenzione che ha conseguenze concrete molto importanti e che ci può sostenere per un presente e un futuro in salute.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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