Notizie Locali


SEZIONI
Catania 18°

Smog: possibile causa della fibrosi polmonare idiopatica, lo studio

Milano, 5 feb. (AdnKronos Salute) – Con circa 19 mila malati in Italia, la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) è la patologia respiratoria rara più frequente nel nostro Paese. Ora uno studio a firma tricolore punta il dito contro lo smog come possibile causa dell’Ipf, che colpisce soprattutto i maschi over 60, fumatori o ex fumatori. […]

Di Redazione |

Milano, 5 feb. (AdnKronos Salute) – Con circa 19 mila malati in Italia, la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) è la patologia respiratoria rara più frequente nel nostro Paese. Ora uno studio a firma tricolore punta il dito contro lo smog come possibile causa dell’Ipf, che colpisce soprattutto i maschi over 60, fumatori o ex fumatori. Il lavoro, pubblicato sull”European Respiratory Journal’, è condotto da ricercatori del Centro studi sanità pubblica dell’università Bicocca e dell’Unità operativa di pneumologia dell’ospedale San Giuseppe di Milano, in collaborazione con l’università americana di Harvard. Secondo gli scienziati l’incidenza della malattia aumenta insieme ai livelli di NO2, il biossido d’azoto, ingrediente chiave dell’aria inquinata.

Se il livello di esposizione cronica al biossido di azoto si alza di 10 microgrammi per metro cubo – hanno osservato gli autori – l’incidenza della fibrosi polmonare idiopatica aumenta tra il 4,25% e l’8,41%, ed è ancora più elevata dove i livelli del gas superano i 40 microgrammi/metro cubo. Basandosi su oltre 2 mila nuovi casi di Ipf registrati in Lombardia fra il 2005 e il 2010, individuati attraverso database sanitari amministrativi, i ricercatori italiani hanno valutato la relazione fra l’insorgenza della malattia e l’esposizione cronica a particolato atmosferico Pm10, NO2 e ozono (O3). E’ emersa così “un’associazione fra lo sviluppo della patologia e l’aumento nell’aria del biossido di azoto, il gas prodotto dagli scarichi dei motori”.

Il lavoro – spiega una nota congiunta Gruppo MultiMedica-Bicocca – è la prosecuzione di un primo studio epidemiologico dello stesso gruppo, che aveva mappato i casi di Ipf in Lombardia ed era stato pubblicato l’anno scorso su ‘Plos One’. Ora la nuova ricerca “per la prima volta mostra che lo smog è associato all’insorgenza di fibrosi polmonare idiopatica”, affermano Sergio Harari, direttore dell’Uo di Pneumologia del San Giuseppe, e Giancarlo Cesana, direttore del Centro studi sanità pubblica della Bicocca.

“Abbiamo osservato – sottolinea Harari – come i soggetti esposti a una concentrazione più alta di biossido di azoto abbiano un rischio maggiore di sviluppare Ipf, mentre per Pm10 e ozono non sono emerse associazioni significative”. Già “studi precedenti – ricorda Cesana – avevano evidenziato come l’incremento di NO2 e O3 si associ a un peggioramento della malattia, e come l’esposizione a Pm10 si associ a un aumento della mortalità e della perdita di funzionalità respiratoria. Tuttavia, la relazione tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico e incidenza di Ipf non era mai stata indagata prima. La Lombardia rappresenta un contesto molto interessante per studiare questa possibile associazione, poiché la conformazione della valle padana in generale, e di questa regione in particolare, favorisce il ristagno degli inquinanti atmosferici portando a un elevato livello di inquinamento con concentrazioni variabili da zona a zona”.

“In sintesi – concludono gli autori – lo studio suggerisce che l’inquinamento da traffico potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo della fibrosi polmonare idiopatica. Le stime di questa associazione sono marginalmente significative e quindi necessitano di essere confermate tramite ulteriori studi”.

L’Ipf – ricordano gli esperti – è causata dalla sostituzione del tessuto polmonare sano con tessuto cicatriziale. Come se il polmone innescasse un alterato meccanismo riparativo a uno stimolo esterno che, appunto, potrebbe essere l’inquinamento. I meccanismi alla base della malattia non sono ancora completamente conosciuti, ma si ritiene che siano coinvolti fattori sia genetici sia ambientali. I sintomi classici sono tosse secca e mancanza di fiato sempre più marcata, spesso confusi con manifestazioni di bronchite cronica. Solo una diagnosi precoce permetterebbe di intervenire con le giuste terapie, mentre oggi purtroppo la mortalità per fibrosi polmonare idiopatica resta più alta di quella legata a molti tumori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA