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Psicologia: ipervigili, stressate o con ansia da abbandono, identikit mamme

Roma, 11 mag. (AdnKronos Salute) – Ipervigili e stressate o afflitte da ansa da abbandono o sindrome del nido vuoto. Le mamme italiane sono continuamente esposte a innumerevoli fonti di stress. “Essere mamma è un lavoro a tempo pieno di grande importanza e molto impegnativo – spiega in vista della Festa della mamma Paola Vinciguerra, […]

Di Redazione |

Roma, 11 mag. (AdnKronos Salute) – Ipervigili e stressate o afflitte da ansa da abbandono o sindrome del nido vuoto. Le mamme italiane sono continuamente esposte a innumerevoli fonti di stress. “Essere mamma è un lavoro a tempo pieno di grande importanza e molto impegnativo – spiega in vista della Festa della mamma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, e direttore scientifico di Bioequilibrium – Qualunque sia l’età dei bambini, lo stress è sempre in agguato. La gravidanza e il post-partum, l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta sono tutti momenti critici”.

Attenzione, però: “La bellezza dell’essere mamma non risiede solo nel dare, bisogna anche imparare a ricevere dal mondo, dai figli e dal partner. E’ proprio quando l’essere madre viene percepito come marchio di privazioni e rinunce che arrivano i problemi”. Ma ecco alcuni consigli per gestire con maggiore serenità le diverse fasi dell’essere mamma. “Le mamme in attesa – afferma l’esperta – sono altamente vulnerabili. Riuscire a vivere serenamente la gravidanza, senza essere continuamente in ansia per la salute del piccolo, lo aiuterà a crescere nel modo migliore. Con l’infanzia la madre invece sperimenta il suo essere indispensabile: ciò potrebbe generare un eccessivo carico di responsabilità e alti livelli di stress. E’ in questo momento che la madre dovrà iniziare a pensare di allontanarsi. Una madre che insegna al proprio bambino a saper fare a meno di lei, sarà in grado di accompagnarlo nel suo ingresso al mondo”.

E’ però l’adolescenza a mettere più a dura prova figli e genitori. “I ragazzi hanno bisogno del loro spazio di esplorazione e la mamma fatica a lasciare la possibilità di sbagliare. L’ambiente familiare deve essere accogliente e non giudicante. Il compito è dare al figlio gli strumenti morali e pratici per affermarsi nel suo tempo imparando dai suoi errori. Infine – osserva Vinciguerra – altro momento delicato è quando i figli sono abbastanza grandi da andare a vivere da soli. Le madri devono essere in grado di affrontare un presunto abbandono. La sindrome del nido vuoto può essere normale e fisiologica, ma se gli stati depressivi sono permanenti o troppo intensi bisogna intervenire”.

A prescindere dall’età del figlio, ogni mamma presenta delle peculiarità. “Ci sono mamme ipervigili, onnipresenti, che si attivano al minimo sussulto del proprio figlio e vivono la maternità in un costante stato di allarme e ansia. Temono continuamente per l’incolumità del proprio figlio e gli lasciano poco margine nell’esplorazione. Poi – spiega Eleonora Iacobelli, psicologa, vice presidente Eurodap e responsabile trainer Bioequilibrium – ci sono le mamme al 100%, che hanno dedicato la loro intera vita a tirare su i loro figli, soffrono di ansia da separazione e tendono ad invadere gli spazi che i figli si sono faticosamente guadagnati. Le mamme bilanciate – conclude – sono invece quelle in grado di percepire e soddisfare anche i loro bisogni, pur mettendo sempre al primo posto i figli”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA