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Tumori: stress e ansia per giovani oncologi, in Ue 70% soffre di ‘burnout’

Roma, 19 lug. (AdnKronos Salute) – Stress e ansia colpiscono sempre più i giovani oncologi. “L’aumento dei casi di ‘burnout’ registrato in campo oncologico richiede interventi mirati: i numeri dicono che in Europa circa il 70% dei giovani oncologi soffre di questo problema, in Italia non ancora sufficientemente affrontato, almeno come richiederebbe la delicatezza dell’argomento”. […]

Di Redazione |

Roma, 19 lug. (AdnKronos Salute) – Stress e ansia colpiscono sempre più i giovani oncologi. “L’aumento dei casi di ‘burnout’ registrato in campo oncologico richiede interventi mirati: i numeri dicono che in Europa circa il 70% dei giovani oncologi soffre di questo problema, in Italia non ancora sufficientemente affrontato, almeno come richiederebbe la delicatezza dell’argomento”. Lo denunciano le associazioni ‘We Will Care Onlus’ e ‘Woman for oncology Ital’y, spin-off di Esmo (European Society for Medical Oncology), associazione fondata da 9 oncologhe italiane. Le due realtà lanciano l’iniziativa che promuove la vela per gestire il ‘burnout’. La partenza di ‘Burnout go out’ sarà il 21 luglio a Caprera.

Il progetto, coordinato scientificamente da Gabriella Pravettoni, direttore della divisione di Psico-oncologia dello Ieo, della durata di una settimana, prevede sia incontri di psicologia sia lezioni di vela per aiutare i medici oncologi ad affrontare e gestire lo stress prodotto da una attività quotidiana molto intensa e delicata sotto il profilo psicologico, che li vede ogni giorno a contatto con il dolore dei malati.

Si terranno quindi sedute di formazione psicologica sul burnout in oncologia – evidenziano i promotori – cui si affianca un corso di vela, funzionale agli scopi formativi del progetto. La vela diventa una esperienza pratica in cui tradurre concretamente i principi teorici, grazie al lavoro in equipaggio, metafora tangibile del lavoro in équipe e della capacità di chiedere aiuto, affidare ruoli.

“Non esistono strumenti per contrastare questo fenomeno, non ci sono, ad esempio, figure specifiche negli ospedali capaci di sostenere i medici oncologi, che devono quindi cavarsela in autonomia”, spiega Marina Chiara Garassino, presidente di Woman For Oncology e responsabile oncologia toracica Istituto nazionale tumori di Milano. “Abbiamo predisposto a Caprera un progetto pilota, punto di partenza per l’implementazione di future strategie di intervento, sviluppate sulla base delle esigenze specifiche della professione oncologica”, sottolinea Barbara Talarico, direttore generale ‘We Will Care Onlus’.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA