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Farmaci: staff in fuga per Brexit, Ema pianifica stop temporaneo attività

Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) – Mentre si moltiplicano gli allarmi in Gran Bretagna (e non) sui rischi di una Brexit senza accordi, l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) si trova a fare i conti con la ‘grande fuga’ del personale. E’ ormai chiaro che l’Agenzia, ‘in partenza’ per Amsterdam, “perderà più personale di quanto inizialmente […]

Di Redazione |

Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) – Mentre si moltiplicano gli allarmi in Gran Bretagna (e non) sui rischi di una Brexit senza accordi, l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) si trova a fare i conti con la ‘grande fuga’ del personale. E’ ormai chiaro che l’Agenzia, ‘in partenza’ per Amsterdam, “perderà più personale di quanto inizialmente previsto”, tanto che si prepara all’interruzione temporanea di alcune attività, come si legge in una nota che rischia di riaprire le polemiche legate all’assegnazione all’Olanda della nuova sede. “I tagli temporanei delle attività – spiega l’Agenzia diretta da Guido Rasi – sono necessari perché il personale che non si trasferirà ad Amsterdam ha già iniziato a lasciare l’Agenzia, un trend che dovrebbe accelerare” nei prossimi mesi.

“Inoltre, a causa delle norme sull’occupazione nei Paesi Bassi, 135 dipendenti con contratti a breve termine non saranno più in grado di lavorare per l’Ema”. Complessivamente, l’Agenzia prevede una perdita di personale di circa il 30%, “con un alto grado di incertezza riguardo alla fidelizzazione dello staff a medio termine”. L’Ema avvierà la prossima fase del suo piano di continuità operativa (fase 3) al più tardi il 1 ottobre 2018. Ciò consentirà “di salvaguardare le attività principali connesse alla valutazione e al controllo dei farmaci, mentre si dovranno intensificare i preparativi per il trasferimento ad Amsterdam nel marzo 2019”, facendo fronte al contempo “a una significativa perdita di personale”.

L’Ema assicura di aver attuato misure di sostegno per facilitare il trasferimento del personale ad Amsterdam, e un ulteriore sostegno è fornito dal governo olandese. Altri interventi, come un programma di assunzioni, “sono già in corso. Tuttavia, nel breve-medio termine, l’Ema dovrà ridefinire le proprie risorse – sottolinea l’Agenzia in una nota – per mantenere pienamente” operative “le proprie attività principali, relative alla valutazione e alla supervisione dei farmaci, al livello di qualità e nei tempi previsti”.

Dopo l’implementazione della fase 1 e 2 del piano di continuità operativa, nella fase 3 l’Ema inizierà dunque a ridimensionare o a sospendere temporaneamente quelle che definisce “attività aggiuntive” fino al 2019. Ciò permetterà di ‘tutelare’ le attività essenziali per la salute pubblica, e consentirà la formazione del personale che dovrà essere riassegnato a nuovi compiti in vista dell’addio definitivo a Londra.

Nei dettagli, ad essere impattate – e dunque sospese o ridotte – nella fase 3 saranno: la collaborazione a livello internazionale, temporaneamente ridimensionata per concentrarsi principalmente sulle richieste relative ai prodotti e sull’integrità della catena di approvvigionamento, mentre l’impegno in altre questioni di salute pubblica globale come la resistenza antimicrobica o i vaccini “sarà mantenuto il più a lungo possibile, ma rivisto caso per caso”.

A risentire dell’effetto Brexit anche: sviluppo e revisione delle linee guida; attività dei gruppi di lavoro non legati al prodotto; vari programmi e progetti; organizzazione e partecipazione alle riunioni degli stakeholder (che saranno limitate alle questioni relative alla Brexit); pubblicazione di dati clinici (l’avvio di nuove procedure è temporaneamente sospeso da oggi, mentre i dossier sottoposti entro fine luglio saranno completati).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA