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Ricerca: medicina personalizzata, al Gemelli 290 nuovi progetti ogni anno

Roma, 20 set. (AdnKronos Salute) – Oltre 1.150 ricercatori, impegnati sia sul fronte della ricerca di base sia su quello della ricerca traslazionale; 290 nuovi progetti no profit ogni anno che portano a oltre 1.500 pubblicazioni scientifiche; più di 15,5 milioni di euro finanziati annualmente; 28 brevetti attivi e depositati; 84 progetti finanziati a livello […]

Di Redazione |

Roma, 20 set. (AdnKronos Salute) – Oltre 1.150 ricercatori, impegnati sia sul fronte della ricerca di base sia su quello della ricerca traslazionale; 290 nuovi progetti no profit ogni anno che portano a oltre 1.500 pubblicazioni scientifiche; più di 15,5 milioni di euro finanziati annualmente; 28 brevetti attivi e depositati; 84 progetti finanziati a livello europeo e internazionale avviati negli ultimi 7 anni. Sono i numeri che danno la cifra dell’impegno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs nei campi della medicina personalizzata e dell’innovazione biotecnologica, al centro oggi della VII edizione della ‘Giornata per la ricerca’ che si tiene nell’aula Brasca dell’ospedale capitolino.

Ad aprire la Giornata il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli e il presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs Giovanni Raimondi, insieme al preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Rocco Bellantone, e al direttore scientifico della Fondazione Gemelli Irccs Giovanni Scambia.

Numerosi i progetti presentati nel corso dell’evento, alcuni ancora in corso, con un’attenzione particolare alla medicina personalizzata e con un focus sulle biotecnologie innovative che aumentano sempre più la capacità di prevedere il rischio individuale di malattie, eseguire diagnosi precoci e mettere a punto terapie nell’ottica di massimizzarne l’efficacia e minimizzarne gli effetti collaterali, con il paziente sempre al centro dell’attività di ricerca e in modo da rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse sanitarie disponibili.

Nell’area delle malattie neurologiche e dell’invecchiamento, è stato recentemente pubblicato su ‘Annals of Neurology’ uno studio che mostra la possibilità di usare un semplice elettroencefalogramma per prevedere chi finirà per ammalarsi di Alzheimer, tra quanti soffrono di declino cognitivo.

Nel campo delle biotecnologie innovative e dei percorsi di personalizzazione diagnostica e in terapia intensiva è stato messo a punto un nuovo kit di diagnosi rapida delle infezioni respiratorie (BioFire FilmArray) che permette di ottenere in poche ore l’identificazione del batterio o virus responsabile della polmonite, garantendo così la possibilità di utilizzare sin dalle prime fasi i farmaci antimicrobici più adeguati per il tipo di infezione.

Nel contrasto alle malattie cardiopolmonari croniche spicca lo studio pubblicato nel 2017 sul ‘New England Journal of Medicine’ sugli effetti antinfiammatori di un anticorpo specifico contro l’interleuchina 1-beta, una molecola che induce infiammazione, il cui utilizzo potrebbe ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Ancora. Nell’area della sostenibilità della medicina personalizzata e predittiva nel sistema sanitario nazionale sono numerosi gli studi pubblicati che mostrano come adottando nella pratica clinica quotidiana poche e semplici regole di gestione dei pazienti, e istruendo i pazienti con pochi consigli di autogestione della propria malattia, si riesca a migliorare il controllo dei sintomi e della progressione, riducendo anche l’uso inappropriato di farmaci e quindi riducendo effetti collaterali e spesa sanitaria. Ne è un esempio uno studio pubblicato su ‘Plos One’ che ha coinvolto pazienti diabetici e con altri fattori di rischio cardiovascolari.

Tanti infine gli studi che riguardano l’area salute della donna e del bambino, volti alla personalizzazione delle terapie per malattie complesse come i tumori femminili: ne sono esempio due studi pubblicati nel 2017 su ‘Lancet Oncology’ e ‘Lancet’, che hanno dimostrato l’efficacia di due farmaci intelligenti con un bersaglio mirato, olaparib e rucaparib nelle recidive di carcinoma ovarico.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA