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Alimenti: Fao, 39 Paesi necessitano di interventi di sostegno

Roma, 20 set. (AdnKronos Salute) – Il perdurare di conflitti ed eventi climatici estremi sta causando alti livelli di grave insicurezza alimentare in Africa meridionale e nel Vicino Oriente, aree che continuano ad aver bisogno di interventi umanitari. E’ quanto rivela il nuovo rapporto Fao ‘Crop Prospects and Food Situation’ (Prospettive dei raccolti e situazione […]

Di Redazione |

Roma, 20 set. (AdnKronos Salute) – Il perdurare di conflitti ed eventi climatici estremi sta causando alti livelli di grave insicurezza alimentare in Africa meridionale e nel Vicino Oriente, aree che continuano ad aver bisogno di interventi umanitari. E’ quanto rivela il nuovo rapporto Fao ‘Crop Prospects and Food Situation’ (Prospettive dei raccolti e situazione alimentare), secondo il quale 39 Paesi, dei quali 31 in Africa, 7 in Asia e 1 nei Caraibi (Haiti), necessitano di assistenza alimentare esterna. E, sottolinea il Rapporto, la situazione si mostra invariata rispetto a tre mesi fa.

La Fao sottolinea che “il protrarsi dei conflitti, eventi climatici estremi e sfollamenti continuano ad ostacolare l’accesso al cibo per milioni di persone vulnerabili”.

I conflitti civili e lo sfollamento della popolazione – avverte l’agenzia Onu – rimangono le cause principali dell’insicurezza alimentare in Africa orientale e nel Vicino Oriente, mentre la siccità ha ridotto la produzione cerealicola in Africa meridionale.

L’ultima previsione della Fao per la produzione cerealicola mondiale nel 2018 è fissata a 2.587 milioni di tonnellate, la più bassa da tre anni e inferiore del 2,4% rispetto ai livelli record dell’anno scorso. La produzione cerealicola nei 52 Paesi a basso reddito e con deficit alimentare (Low-Income Food-Deficit Countries) è prevista assestarsi sui 490 milioni di tonnellate, 19 milioni al di sopra della media dei 5 anni precedenti. La produzione aggregata invariata riflette raccolti inferiori dovuti al clima in Africa meridionale, Asia centrale e Vicino Oriente, compensati da una maggiore produzione in Estremo Oriente e in Africa orientale.

Non solo global warming. I conflitti civili, uniti a eventi climatici estremi, hanno avuto un forte impatto sulla sicurezza alimentare delle popolazioni più vulnerabili in Repubblica Centrafricana, Nigeria, Sud Sudan, Siria e Yemen, tra gli altri. In Yemen, a causa del persistere del conflitto, si stimano essere 17,8 milioni le persone colpite da insicurezza alimentare e che necessitano di assistenza umanitaria urgente, un aumento del 5% rispetto al 2017.

Nella Repubblica Centrafricana circa due milioni di persone, il 43% della popolazione – soprattutto sfollati, famiglie ospitanti e quanti sono rientrati – ha bisogno di assistenza alimentare urgente a causa del conflitto civile, di diversi anni di raccolti scarsi consecutivi e di mercati non funzionanti, il tutto esacerbato da scontri violenti e tensioni inter-comunitarie.

Piogge scarse in Africa meridionale durante fasi chiave del raccolto hanno ridotto la produzione cerealicola di quest’anno, soprattutto in Malawi e Zimbabwe. Nel 2018 in Malawi, con la produzione annuale stimata sotto la media, il numero di persone colpite da insicurezza alimentare potrebbe più che raddoppiare rispetto ai valori dell’anno precedente, e raggiungere i 3,3 milioni di persone. In Zimbabwe si stima siano invece 2,4 milioni le persone soggette ad insicurezza alimentare nel 2018, a causa della ridotta produzione cerealicola e a difficoltà di accesso dovute a redditi bassi e a problemi di liquidità delle famiglie vulnerabili.

Anche la regione del Vicino Oriente ha ricevuto piogge insufficienti che hanno causato un calo della produzione cerealicola specialmente in Afghanistan e Siria. In Siria – sottolinea il rapporto – si stima siano 6,5 milioni le persone colpite da insicurezza alimentare e altri 4 milioni sono a rischio. Le condizioni di siccità in America meridionale hanno ridotto l’output di cereali nel 2018 rispetto ai livelli record dell’anno scorso, soprattutto per quanto riguarda il mais. In America centrale e nei Caraibi piogge sfavorevoli hanno ridotto la produzione di mais, tranne che in Messico.

In Estremo Oriente la produzione cerealicola nel 2018 è prevista in aumento soprattutto grazie al miglioramento dei raccolti in Bangladesh e in India, Paese quest’ultimo che ha visto una produzione record di grano dovuta a buone condizioni climatiche. Anche in Bangladesh, condizioni climatiche favorevoli, oltre a prospettive di buoni guadagni, hanno favorito l’espansione delle coltivazioni di riso, le quali hanno portato all’aumento della produzione del cereale nel 2018, dopo una produzione sottotono nel 2017.

Grazie a condizioni climatiche favorevoli anche i raccolti in Africa orientale sono previsti migliorare rispetto ai livelli ridotti del 2017; tuttavia, piogge torrenziali all’inizio dell’anno e in agosto hanno causato inondazioni con perdite localizzate di raccolto.

I 39 Paesi che al momento necessitano di assistenza alimentare esterna sono: Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Cabo Verde, Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad, Congo, Repubblica popolare democratica di Corea, Repubblica democratica del Congo, Gibuti, Eritrea, Eswatini (ex Swaziland), Etiopia, Guinea, Haiti, Iraq, Kenya, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Siria, Uganda, Yemen e Zimbabwe.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA