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Sanità: Nursing Up alleata con Oms per indagine su aggressioni operatori

Roma, 24 set. (AdnKronos Salute) – Contro la violenza sui luoghi di lavoro il sindacato degli infermieri Nursing Up si allea con l’Oms per affrontare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. L’invito ai suoi iscritti è di aderire all’indagine dal titolo ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari’, online da oggi […]

Di Redazione |

Roma, 24 set. (AdnKronos Salute) – Contro la violenza sui luoghi di lavoro il sindacato degli infermieri Nursing Up si allea con l’Oms per affrontare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. L’invito ai suoi iscritti è di aderire all’indagine dal titolo ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari’, online da oggi sul sito www.nursingup.it. L’obiettivo è quello di far luce sul problema per sensibilizzare l’opinione pubblica e prevenire il fenomeno della violenza sul lavoro.

Secondo l’Inail, sono 4 mila i casi registrati nel 2017 di cui il 30% ha colpito gli operatori sanitari. E ad essere maggiormente coinvolti sono proprio gli infermieri. Con 1.200 episodi l’anno, l’Italia si colloca in una situazione di allarme sociale con tre episodi al giorno e un livello di gravità che va dalle percosse fino ai tentativi di stupro e oltre. “L’odioso fenomeno delle aggressioni agli infermieri è in continua crescita – denuncia il presidente Nursing Up, Antonio De Palma – dopo un’estate segnata da episodi di violenza riportati dai giornali ogni giorno, abbiamo deciso, di concerto con l’Oms, di realizzare una rilevazione tempestiva su quella che è la reale situazione delle aggressioni al personale sanitario, affinché si possa delineare una volta per tutte l’esatta portata del fenomeno e condividerne gli esiti sul piano istituzionale”.

Nursing Up si è avvalso di uno studio di casi già validato al livello internazionale in Brasile, Bulgaria, Libano, Portogallo, Africa del sud, Thailandia e Australia, e somministrerà il questionario ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari’ agli associati, che sono un campione rappresentativo della categoria. “Ma non solo – sottolinea De Palma – perché saremo in grado di fornire un quadro anche per quanto riguarda la violenza di genere, essendo vittime nel 70% dei casi di aggressione le donne”.

“Già validata dall’università La Sapienza di Roma con un focus group, la ricerca ‘Violenza nei luoghi di lavoro nel settore dei servizi sanitari’ – spiega la psicologa Rosalba Taddeini, responsabile scientifica del progetto Nursing Up – è stata sviluppata sotto l’ombrello dell’Oms per approdare in alcune zone del mondo giudicate a emergenza sanitaria. Ora, con la somministrazione del questionario agli iscritti del sindacato, potremo offrire un campione su scala nazionale di cui poi tener conto, affinché il tema divenga centrale una volta e per sempre. Riteniamo infatti che l’esito italiano del sondaggio – prosegue – sarà rappresentativo al livello nazionale, restituendo una visione del fenomeno che risulterà indicativa per rilevare il burnout, lo stress lavoro correlato e il mobbing”.

Si tratta del primo programma comune di Ilo (International Labour Office), Icn (International Council of Nurses), Oms e Psi (Public Services International), avviato nel 2003 e finalizzato all’elaborazione di politiche solide e approcci pratici per prevenire e diminuire il tasso di violenza nel settore dei servizi sanitari e ridurre al minimo i suoi effetti negativi sulle vittime e sui servizi stessi. La reale dimensione del problema è in gran parte ignota e sondaggi condotti di recente mostrano che le attuali stime rappresentano soltanto la punta dell’iceberg

Lanciando un numero di studi di paese, Ilo, Icn, Oms e Psi intendono arrivare a stilare la redazione di linee guida per affrontare la violenza sul posto di lavoro nel settore sanitario. “Tema molto sommerso e poco sondato sinora, la violenza sul lavoro colpisce uomini e donne indiscriminatamente – conclude Taddeini – e soprattutto non è ancora percepita come reato. L’intento di questa ricerca è prima di tutto quello di mettere la persona colpita nelle condizioni di comprendere ciò che gli è accaduto, fornendo un indispensabile kit di autovalutazione circa alcuni comportamenti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA