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Ebola: Save the Children, forte preoccupazione per 5 nuovi casi in Congo

Roma, 26 set. (AdnKronos Salute) – Save the Children esprime forte preoccupazione per la conferma di cinque nuovi casi di Ebola identificati negli ultimi giorni nella Repubblica Democratica del Congo, due dei quali localizzati nella zona di Tchomia, nella provincia di Ituri, vicino al confine con l’Uganda. L’organizzazione internazionale, che dal 1919 lotta per salvare […]

Di Redazione |

Roma, 26 set. (AdnKronos Salute) – Save the Children esprime forte preoccupazione per la conferma di cinque nuovi casi di Ebola identificati negli ultimi giorni nella Repubblica Democratica del Congo, due dei quali localizzati nella zona di Tchomia, nella provincia di Ituri, vicino al confine con l’Uganda. L’organizzazione internazionale, che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, sta lavorando in stretto coordinamento con il governo della Rdc, le agenzie delle Nazioni Unite, le organizzazioni umanitarie internazionali e i servizi sanitari locali per contenere la diffusione del virus. L’organizzazione, inoltre, è impegnata nella sensibilizzazione della comunità locali per ridurre la paura della malattia, offrendo informazioni e tecniche su come le famiglie possono proteggersi dall’infezione.

Tchomia, situata sul lago Alberto, si trova 62 km a sud del capoluogo di provincia di Bunia, a circa 200 chilometri da Beni, in Nord Kivu, l’area in cui si è sviluppato il decimo focolaio di Ebola in Repubblica Democratica del Congo. I forti timori della popolazione riguardo al virus hanno reso difficile l’accettazione da parte della comunità di organizzazioni umanitarie, ma Save the Children è già riuscita a raggiungere oltre 254.000 persone fornendo loro informazioni essenziali. “I nostri operatori sanitari stanno svolgendo un lavoro straordinario, visitando le famiglie porta a porta e alleviando la paura riguardo all’Ebola”, ha dichiarato Heather Kerr, direttore di Save the Children nella Rdc.

“Se le persone arrivano in tempo in un centro di trattamento hanno buone possibilità di sopravvivere – ha sottolineato – Ma le famiglie hanno visto alcuni pazienti entrare nei centri e non uscirne e questo può scatenare la paura tra la comunità, causando anche la fuga di persone che presentano sintomi. Gli ultimi casi identificati, tra cui una persona già conosciuta a Beni e che ora è stata individuata a Tchomia, rafforzano ancora di più la convinzione che in questo momento il nostro lavoro dentro e fuori Beni è particolarmente cruciale”. Nell’ambito della sua risposta al virus Ebola, Save the Children sta fornendo supporto anche alle comunità e alle autorità ugandesi, in modo da essere pronte nel caso in cui l’Ebola dovesse diffondersi oltre il confine, formando i team sanitari nei villaggi e predisponendo strutture per il lavaggio delle mani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA