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In Sicilia oltre 62 mila persone affette da demenza

Il dato emerso dai lavori a Catania di un seminario su 'Disturbi comportamentali nelle demenze, tra prevenzione e modelli di curà, con 150 tra psichiatri, neurologi, geriatri, psicologi e tecnici della riabilitazione psichiatrica

Di Redazione |

CATANIA  L’Italia è uno dei paesi europei più anziani con il 17% della popolazione, per un totale di 9,5 milioni, ha più di 65 anni. In Sicilia la popolazione over 65 è di 1.039.522 persone, con 62.500 casi di demenza. E’ un dato emerso dai lavori a Catania di un seminario su “Disturbi comportamentali nelle demenze, tra prevenzione e modelli di cura”, con 150 tra psichiatri, neurologi, geriatri, psicologi e tecnici della riabilitazione psichiatrica. Secondo le previsioni nell’Isola la quota di anziani continuerà a crescere: nel 2010 35,6 milioni di persone erano affette da demenza, con stima di aumento del doppio nel 2030, il triplo nel 2050, con ogni anno 7,7 milioni di nuovi casi (1 ogni 4 secondi). La malattia determina grave forme di deficit cognitivo, richiedendo, a pochi anni dalle prime manifestazioni, assistenza 24 ore su 24. Il decorso può arrivare ad oltre 12 anni. La demenza non colpisce il paziente, ma l’intera famiglia sulla quale ricade un grande carico assistenziale ed emotivo.

Nel corso della malattia di Alzheimer, circa il 80% dei soggetti sviluppa alterazioni comportamentali significative. Possono sopravvenire in qualsiasi momento della malattia e sono tanto più gravi quanto più grave è il deficit cognitivo. Le alterazioni del comportamento sono la maggior causa di richiesta di intervento medico nei soggetti affetti da demenza e giustificano una maggior richiesta e prescrizione di terapie, aumentano la disabilità del malato, sono il primo motivo di stress nell’assistenza al caregiver, riducono la qualità della vita del paziente e del familiare e sono la prima causa di istituzionalizzazione. Pertanto sono anche direttamente implicati nell’aumento dei costi economici della malattia.

La presenza di una personalità alterata precedente alla malattia aumenta il rischio di sviluppare alterazioni comportamentali nei soggetti dementi. Inoltre, una elevata autonomia di base si accompagna a maggior aggressività fisica e tendenza alla fuga.

Nell’Alzheimer, all’esordio, sono frequenti le alterazioni del tono dell’umore e, nelle fasi intermedie, sono maggiormente frequenti i deliri, in particolare di nocumento e latrocinio; nelle demenze frontotemporali precocemente si evidenziano le alterazioni della condotta sociale e del carattere. Nella malattia a corpi di Lewy, all’esordio, sono frequenti le allucinazioni visive.

Nelle demenze particolare attenzione meritano quelli correlati al Delirium nell’anziano, una sindrome comune spesso sotto diagnosticata e non accuratamente trattata. Di fronte ad ogni disturbo comportamentale l’approccio, spiegano i promotori dei lavori, deve integrare il trattamento farmacologico con una serie di azioni non farmacologiche, dirette soprattutto a rimuovere i fattori scatenanti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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