Il fisiatra e il team per la riabilitazione del cittadino
La risposta della categoria ai fisioterapisti che manifestazione “preoccupazione per l’applicazione nel territorio siciliano del nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni di specialistica esterna ambulatoriale"
Terapia, generico
Dalla lettura di articoli di stampa si apprende che i rappresentanti degli Ordini interprovinciali dei Fisioterapisti di Palermo e Trapani e di Catania, Ragusa e Siracusa, nel richiedere un incontro con l’Assessore alla Salute della Regione Siciliana, Daniela Faraoni, e con il Dirigente generale del Dipartimento regionale per la Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, hanno manifestato “preoccupazione per l’applicazione nel territorio siciliano del nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni di specialistica esterna ambulatoriale, soprattutto per il suo impatto negativo sul lavoro del fisioterapista in queste strutture”.
Nell’occasione, i rappresentanti della categoria hanno rimarcato inoltre che, tra le criticità di cui soffre il settore, uno dei principali problemi riguarda l’accesso ai percorsi riabilitativi, che richiede una doppia visita: prima dal medico di medicina generale, o dallo specialista della patologia d’origine, e successivamente dal fisiatra: Questa doppia visita non solo rappresenta un inutile ostacolo per i pazienti, ma comporta anche un ritardo nell’inizio delle cure e un aumento dei costi per il sistema sanitario”.
A garanzia di una corretta informazione dei lettori e onde far chiarezza sulle ragioni che, a tutela della salute degli utenti, ancor oggi rendono necessario l’intervento del medico specialista fisiatra proponiamo alcune osservazioni.
L’idea che una valutazione specialistica comporti il ritardo nell’inizio del trattamento è priva di qualsiasi riscontro oggettivo, ma questa è piuttosto garanzia che l’inizio del trattamento non segua solo un ordine temporale della richiesta, ma che venga gestito sulla base di priorità che solo lo specialista può individuare.
La visita specialistica fisiatrica rappresenta infatti un secondo filtro, che segue quello del MMG che la prescrive, che ha l’obiettivo di identificare i reali bisogni riabilitativi della persona in termini di obiettivi, tempi, modalità di verifica ed interventi necessari per raggiungerli che spesso non si limitano alla fisioterapia ma prevedono l’intervento di altri figure tecniche della riabilitazione come ad esempio logopedisti, terapisti occupazionali, eccetera.
Come espressamente previsto dal Piano di Indirizzo della Riabilitazione approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2011 e recepito anche dalla Regione Siciliana con il Decreto dell’Assessore della Salute 26 ottobre 2012 (in S.O. GURS 21.12.2012 n. 54), alla visita fisiatrica può fare seguito un Progetto Riabilitativo Individuale (PRI) ed uno o più Programmi di Riabilitazione che il fisiatra non redige da solo, ma condivide lo stesso con tutte le figure professionali coinvolte, fisioterapista compreso, nel totale rispetto dell’autonomia professionale di ciascuno.
Il ruolo dello specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa è stato poi ribadito con la pubblicazione dei LEA di cui al DPCM 12.01.2017 che all’art. 44, comma 2, sancisce che «L'individuazione del setting appropriato di ricovero è conseguente alla valutazione del medico specialista in riabilitazione che predispone il progetto riabilitativo e definisce gli obiettivi, le modalità e i tempi di completamento del trattamento, attivando la presa in carico dei servizi territoriali domiciliari, residenziali e semiresidenziali per le esigenze riabilitative successive alla dimissione.».
Anche la presa in carico territoriale deve quindi avvenire secondo un modello bio-psico-sociale che fa riferimento all’International Classification of Functioning (ICF) all’interno del quale la fisioterapia è solo una delle modalità di intervento riabilitativo, da inserire nel programma, che scaturisce da un PRI in assenza del quale si opera al di fuori di linee guida con possibili risvolti medico legali dovuti alla legge Gelli-Bianco.
I fisioterapisti siciliani denunciano inoltre “preoccupazione per l’applicazione del nuovo nomenclatore…e un aumento dei costi”. Anche questa affermazione non è supportata da nessuno dato oggettivo e non è nemmeno argomentata. Perché l’applicazione del nuovo nomenclatore, avvenuta su tutto il territorio nazionale preoccupa i fisioterapisti siciliani? Perché i costi dovrebbero aumentare visto l’evidente diminuzione delle tariffe delle prestazioni?
Se la Sicilia ha costi molto elevati per le prestazioni di fisioterapia, questo non è certo dovuto alla visita dello specialista fisiatra che, come detto precedentemente, ha invece proprio lo scopo di valutare l’appropriatezza della prescrizione e quindi, in ultimo, di garantire che le prestazioni vengano erogate a chi ne ha realmente bisogno e ha possibilità di trarne beneficio incidendo positivamente sull’efficienza e sulla qualità delle cure.
Definire la gestione delle cure fisioterapiche “anacronistiche” ed “inefficienti” perché affidate a strutture convenzionate ci sembra poi del tutto ingiusto ed ancora una volta privo di supporto oggettivo facendo “di tutta l’erba un fascio” e mortificando proprio i colleghi fisioterapisti che in queste strutture operano. Su tutto il territorio nazionale, la riabilitazione è una delle discipline dove il privato accreditato è molto presente ed è spesso integrato all’interno del sistema in un’ottica di collaborazione che tende a ridurre i costi e le liste di attesa e non ad aumentarle.
Infine dobbiamo osservare che nel corso dell’ultimo periodo si è assistito sulla stampa locale e nazionale ad un attacco quasi quotidiano da parte di associazioni ed ordini dei fisioterapisti nei confronti dei fisiatri che rischiano di scatenare reazioni simmetriche, come già avvenuto.
Questa polemica, a nostro avviso sterile, è spesso accompagnata da un continuo tentativo di sovrapporre la fisioterapia con la riabilitazione cosa lontana da ogni logica di evidenza in quanto è ben noto che gli attori coinvolti includono non solo i fisioterapisti, ma anche altre figure professionali (eg logopedisti, terapisti occupazionali, eccetera), oltre al medico specialista in medicina fisica e riabilitativa, che si avvale di vari strumenti di cura riabilitativa, compresa la terapia farmacologica.
Questi continui attacchi rischiano di spostare il dibattito dal livello scientifico culturale, che è a garanzia della salute degli utenti, a quello “legale” con interventi del TAR, Consiglio di Stato, ecc che forse rappresentano più un interesse corporativistico ma non costruiscono molto a favore della persona disabile e della sostenibilità della riabilitazione nell’ambito del servizio sanitario.
Come Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) riteniamo del tutto improduttivo questo scontro che mette a rischio la salute dei cittadini e la sostenibilità della riabilitazione come disciplina multi professionale con figure professionali che non hanno competenze scientifiche e culturali sovrapposte ma complementari in funzione di raggiungere il massimo recupero possibile per la persona disabile nel rispetto dell’autonomia professionale non solo dei fisioterapisti ma di tutte le professioni sanitarie della riabilitazione.
Prof. Michele Vecchio, Coordinatore SIMFER Sicilia - Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa