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Sclerosi multipla, Zamboni: «Il mio metodo funziona ma su pazienti selezionati»

Di Redazione |

BOLOGNA – Ricercatori italiani hanno individuato una tipologia di pazienti con sclerosi multipla che potrebbe trarre beneficio dal ripristino del flusso sanguigno ottenuto con intervento di angioplastica. Lo afferma il team guidato dal professor Paolo Zamboni, direttore del Centro di malattie vascolari dell’Università di Ferrara, che da anni studia l’apporto di interventi di tipo chirurgico-vascolare contro la sclerosi. Malattia che colpisce circa 2,5-3 milioni di persone nel mondo, 600mila in Europa e circa 122mila in Italia, in particolare donne.

Il risultato, pubblicato sul Journal of Endovascular Therapy, è stato presentato a New York e si inserisce nell’ambito dello studio no profit ‘Brave Dreams’. «I dati sperimentali del primo studio – spiega il professor Zamboni – indicano che l’intervento è sicuro, ma se viene eseguito a tappeto senza nessun criterio di selezione non porta vantaggio alcuno alle persone affette da sclerosi multipla. Il risultato del nuovo studio invece identifica un sottogruppo di pazienti che possono trarre vantaggi e benefici dall’intervento, e indica inoltre un serio percorso che un domani potrebbe essere tranquillamente seguito. Un percorso ideale – prosegue Zamboni – dovrebbe prevedere una selezione clinica da parte del neurologo per identificare i pazienti che possono essere studiati con ecoDoppler, quelli che presentano criteri idonei all’angioplastica con pallone potranno essere sottoposti all’intervento». Il percorso dovrà ora essere eseguito in centri appositamente formati e la Regione Emilia-Romagna, informa l’Università di Ferrara, ha già finanziato la fase di preparazione per 6 centri sul suolo nazionale: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e l’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna in Emilia-Romagna, Novara, Milano Besta, Ancona-Macerata e Catania.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA