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Catania, al San Marco apre la clinica oculistica

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Si chiude un’altra pagina storica della sanità della città. A partire da ieri mattina la Clinica Oculistica del presidio S. Marta ha aperto gli ambulatori nel nuovo ospedale San Marco di Librino, secondo un programma di trasferimento volto a popolare il nuovo ospedale della zona sud, con l’obiettivo di concludere tutta l’operazione entro questa primavera con l’apertura del pronto soccorso generale. Ieri mattina al San Marco sono stati attivati dieci ambulatori oculistici, mentre al S. Marta è rimasto aperto un presidio per consentire di smaltire tutte le prenotazioni di pazienti che, ignari dell’attivazione del nuovo reparto al San Marco, ieri si sono presentati puntualmente al presidio di via Sangiuliano. A partire da questa mattina, però, l reparto comincerà gradatamente a chiudere definitivamente e a trasferite tutta la macchina sanitaria dell’Oculistica nel padiglione 2 del nuovo San Marco.

Ovviamente, come è avvenuto in passato per l’apertura di altri reparti come la Ginecologia, anche l’Oculistica per entrare a regime avrà bisogno di alcuni step. Uno, importante, riguarda le prenotazioni. Tutti i pazienti che hanno già prenotato da tempo una visita al S. Marta, a partire da questa mattina potranno regolarmente recarsi al San Marco di Librino per effettuare la visita. Non sarà necessaria una nuova prenotazione perché rimarrà valida quella originaria. Nel volgere di qualche giorno anche l’ultimo presidio del S. Marta cesserà definitivamente. Una volta conclusa l’attività sanitaria il Santa Marta entrerà nei progetti di demolizione voluti dal governatore Musumeci per dare alla zona storica di Catania un volto nuovo. Infatti secondo i programmi di Musumeci l’edificio realizzato negli Anni sessanta sarà demolito per recuperare il palazzo del settecento che si trova all’interno del cortile dell’ospedale. Si tratta di una pregevole struttura realizzata dal Vaccarini, che una volta recuperata ospiterà i nuovi uffici della Sovrintendenza che oggi si trovano in via Di Prima, in un contesto non certo edificante.

«Il progetto – ha spiegato qualche settimana fa lo stesso presidente Musumeci – seguito dall’assessore alla Salute Ruggero Razza, prevede la demolizione della struttura per fare spazio all’edificio retrostante del Vaccarini e ad alcune superfetazioni dell’ex ospedale Vittorio Emanuele che diventerà il più grande Polo museale dell’Isola». Sull’annunciata demolizione del S. Marta è intervenuto alcuni giorni fa lo storico dell’arte Luigi Sapienza, secondo il quale «L’area del complesso ospedaliero interessata a breve dalle demolizioni include al suo interno due opere artistiche di pregio e cioè il gruppo bronzeo della Resurrezione di Lazzaro (1974) di Salvo Monica e un pannello in terracotta (1969, posto all’ingresso dell’ex reparto oculistico) di Domenico Tudisco, entrambi eccellenti scultori attivi a Catania appunto in quei decenni». Il gruppo bronzeo, spiega Sapienza, si trova nel cortile, dunque è già parzialmente in sicurezza, mentre il pannello è murato in un locale che, insieme alla restante struttura, è destinato a scomparire. «Auspichiamo quindi che le due opere – conclude lo storico dell’arte – nel corso di tali operazioni (ben accette) vengano correttamente tutelate e, laddove necessario, spostate, in attesa di nuova sistemazione in loco o altrove. Poiché, comunque, davanti alla parte storica dell’ospedale si prevede di aprire un piazzale con giardino (conservando, si spera, la maggior parte degli alberi già presenti e sviluppati nel cortile), almeno il gruppo della Resurrezione potrebbe restare al suo posto o venire riadattato al nuovo contesto, essendo tra l’altro opera del tutto degna di questa collocazione».

Dal punto di vista sanitario per il San Marco la prossima tappa sarà quella della pianificazione per arrivare all’apertura del pronto soccorso, ma secondo “voci” le procedure non appaiono affatto snelle perché soprattutto per il reparto di Ortopedia le fasi concorsuali necessarie per il reperimento del personale sarebbero ancora alla fase embrionale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA