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Coronavirus: Cicap, ritirato studio secondo cui si diffonde a 4,5 metri

Di Redazione |

Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute) – Nel mirino del Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, uno studio “apparso sulla rivista ‘Practical Preventive Medicine’, in cui si sostiene che la distanza necessaria per evitare il contagio da Coronavirus è di 4,5 metri. Fino ad ora invece il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie indicava in circa 2 metri la distanza da tenere per evitare che le particelle emesse da colpi di tosse e starnuti di una persona infetta potessero entrare in contatto con una sana. Il problema è che la fonte della notizia non può essere considerata affidabile”. E oltretutto la stessa rivista ha ritirato lo studio, “senza spiegare perché”.

Si tratta “di una rivista che non compare in nessuno dei database che raccolgono le riviste scientifiche di qualità, come Medline o Scopus, e che non è dotata di un impact factor, il più diffuso indicatore internazionale di qualità di una rivista scientifica”, afferma il Cicap sulla propria rivista ufficiale Query. “Qualsiasi scienziato che può presentare dei risultati molto innovativi cercherebbe di pubblicarli su una rivista scientifica di qualità, per dare loro maggior risonanza e per essere sicuro che la comunità scientifica ne abbia piena conoscenza”, spiega Sergio Della Sala, presidente del Cicap e professore di neuroscienze all’Università di Edimburgo. “E quelle stesse riviste sono a loro volta interessate a pubblicare le ricerche più originali, soprattutto se queste offrono una nuova prospettiva rispetto a un problema noto, purché siano in grado di passare il vaglio di revisori esperti”. In questo caso, invece, lo studio viene pubblicato da un editore che non ha neppure un sito web in lingua inglese.

“Entrando nel merito dello studio poi, alcuni elementi appaiono subito indicare il suo dubbio valore” aggiunge Luca Cassetta, presidente di Airicerca e responsabile del laboratorio di immunologia dei tumori dell’Università di Edimburgo: “Si tratta in effetti di una singola osservazione su un autobus, i parametri valutati sono scarsi e non scientificamente accurati. Per poter concludere scientificamente che il virus possa infettare persone a 4.5 m di distanza, vanno invece effettuati test accurati usando il metodo scientifico che si basa su ripetizioni indipendenti di un esperimento, raccolta dati sistematica, analisi statistiche rigorose”. E proprio la rivista che ha pubblicato lo studio lo ha ora ritirato, senza spiegare perché.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA