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Coronavirus: diffusione legata a rete 5G? La risposta dei dottori ‘anti-bufale’

Di Redazione |

Roma, 17 apr. (Adnkronos Salute) – Continuano a diffondersi ormai da diverse settimane notizie a proposito di una presunta correlazione tra il nuovo coronavirus e la rete telefono-dati 5G. Ma è vero? “Potremmo rispondere molto sinteticamente che ‘non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G’. Ad oggi, e dopo molte ricerche effettuate, nessun effetto negativo sulla salute è stato collegato in modo causale all’esposizione alle tecnologie wireless”, spiegano gli esperti anti-bufale su ‘Dottore, ma è vero che..?’, piattaforma ‘anti fake-news’ della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo).

Per farsi un’idea andiamo a vedere quali sono le principali teorie che muovono queste notizie. “La prima sostiene che le reti 5G possano indebolire il sistema immunitario, rendendo quindi più a rischio le persone esposte alle onde radio dei ripetitori. La seconda afferma che le reti 5G possono facilitare la diffusione di batteri all’interno delle comunità. Entrambe le supposizioni sono false – sostengono gli esperti – e mancano di studi scientifici che le confermino. Ciononostante, sono molti i personaggi pubblici ad aver condiviso o ritwittato le notizie false e ad aver preso sul serio la questione. Tra questi anche Gunter Pauli, ideatore della Blue Economy e tra i consiglieri economici del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte Il tweet di Pauli intendeva sottolineare che le Regioni maggiormente colpite dal virus fossero anche quelle con la distribuzione maggiore delle antenne 5G. Niente di più falso, poiché – almeno in Italia – le Regioni con la copertura più ampia sono Veneto, Umbria, Puglia e solo in parte Lombardia e Toscana”.

Tra queste ci sono quindi anche Regioni colpite solo marginalmente dal virus (con numeri straordinariamente inferiori rispetto alle province lombarde), eppure con una grande quantità di antenne. Nel mondo, l’Iran non ha ancora aderito a questa sperimentazione, eppure è stato gravemente colpito. Esistono studi scientifici che dimostrano che la rete 5G comporta dei danni alla salute? Secondo diversi studi, i livelli di energia delle onde radio 5G sono molto bassi e non abbastanza forti da influenzare il sistema immunitario. Inoltre, “sarebbe anche impossibile per il 5G trasmettere il virus – aggiunge Adam Finn, dell’Università di Bristol – poiché l’attuale epidemia è causata da un virus che si trasmette tra esseri umani. Virus e onde elettromagnetiche, che rendono possibile la comunicazione tra telefoni cellulari e Internet, funzionano diversamente. Gesso e formaggio sono diversi”.

Ormai da diversi anni l’uso di dispositivi tecnologici ha visto un incredibile aumento, ma i numerosi studi epidemiologici che sono stati condotti non hanno confermato un aumento di patologie correlate. Studi sull’interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici sono in atto da diverse decine di anni ma gli eventuali effetti nocivi non sono stati ad oggi dimostrati (sulla base di 30.986 pubblicazioni scientifiche e 6.713 sintesi di singoli studi scientifici).

“Dobbiamo considerare che se normalmente occorrono dai sei agli otto mesi prima che una un’informazione falsa o fraudolenta si diffonda dai confini della Rete ai media più ascoltati, il tempo di diffusione di fake news in una situazione come quella che stiamo vivendo con la Covid-19 si riduce drasticamente diventando questione di settimane se non di pochi giorni. Questo è dovuto soprattutto all’inquietudine che deriva dall’incertezza: ma una delle cose che dovremmo apprendere, da questa drammatica emergenza sanitaria, è la capacità di restare razionali in una situazione di incertezza e di conoscenza imperfetta”, concludono gli esperti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA