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Coronavirus: Palù, ‘95% italiani è suscettibile, contact tracing fulcro fase 2’

Di Redazione |

Roma, 4 mag. (Adnkronos Salute) – “Per avere un primo bilancio dei nuovi casi di Covid-19 che si verificheranno nella ‘fase 2’ dovremmo attendere il tempo di incubazione che è in media di 5 giorni, ma prudenzialmente ne attendiamo almeno 14. E potremo iniziare a capire cosa è successo con la riapertura parziale dell’Italia, se sarà cambiato il valore di R0, tenendo sempre presente che la percentuale di persone esposte al virus varia da regione a regione, ma si aggira attorno al 90-95%, anche se ad esempio in Lombardia sarà più bassa dato che i focolai sono stati più intensi”. A parlare con l’Adnkronos Salute nel giorno dell’avvio della fase post-lockdown in Italia è Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell’università di Padova, membro della task force Covid-19 del Veneto.

“L’elemento che bisognerà tenere fortemente in considerazione in questa fase – spiega – sarà la tracciabilità di tutti i contatti dei casi positivi: occorrerà seguire attentamente quello che succede e isolare i contatti primari, ma anche secondari e terziari dei positivi, con la massima attenzione. E bisognerà sapere chi ha fatto il tampone, chi la sierologia. Il Veneto lo sta facendo anche grazie a un trial attivato con un certo numero di aziende, abbiamo tracciato alcune migliaia di soggetti anche grazie all’anagrafe di sorveglianza epidemiologica. Insomma, alcune regioni sono pronte, anche la Lombardia si sta adeguando, altre meno”.

“In questa fase – ribadisce Palù – dovremo essere ancora più rigorosi rispetto a quella precedente, perché potenzialmente potremmo andare incontro a un’epidemia ancora maggiore rispetto alla prima. E questo rigore deve passare attraverso i controlli su chi sono i soggetti suscettibili e quelli in pre-esposizione, cioè quelli che sono venuti a contatto non solo un caso positivo, ma anche con un contatto di un caso positivo, o con un contatto di un contatto di un paziente positivo. Questo si può fare se si ha un’anagrafe dettagliata, un sistema di analisi epidemiologica con tamponi e test sierologici anche nelle aziende”, conclude.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA