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Coronavirus: spopolano i ‘no-mask’, in Usa manifestazioni come per la spagnola

Di Redazione |

Roma, 25 mag. (Adnkronos Salute) – Dopo il movimento ‘no-vax’ che si oppone alle vaccinazioni, in piena pandemia Covid-19 prende piede, soprattutto sui social, la corrente ‘no-mask’, contraria all’obbligo delle mascherine. Enrico Bucci, biologo e docente alla Temple University di Filadelfia, in prima linea nella divulgazione scientifica sul coronavirus, sulla propria pagina Facebook riflette sui parallelismi tra questo movimento ‘no-mask’, pubblicando una foto a corredo del post di manifestanti contro l’uso del dispositivo di protezione, e quello che accadde a San Francisco durante l’epidemia di spagnola nel 1919. Allora la revoca dell’obbligo delle mascherine costò migliaia di morti.

“Quando, in seguito alla ripresa dell’epidemia di spagnola a San Francisco all’inizio del 1919, il dottor William C.Hassler – a capo del comitato incaricato di contenere il virus – convinse il sindaco ad emettere una nuova ordinanza per imporre nuovamente le mascherine al pubblico, gli oppositori si organizzarono in una ‘Lega contro la maschera’ – ricorda Bucci – La Lega riunì migliaia di cittadini di San Francisco. Le proteste nel 1918 e 1919 furono organizzate per ragioni che andavano oltre quelle sanitarie. La sfiducia nei confronti degli esperti e nel punto di vista del governo era molto forte. Si diede credito all’idea che l’importante produttore locale di maschere Levi Strauss fosse in realtà interessato al profitto che poteva realizzare e corrompesse il governo cittadino”.

“Era una questione di legittimità del potere statale, sottolineata dal disagio dei cittadini che non potevano vedersi l’un l’altro – osserva il biologo evidenziano le affinità con quello che sta accadendo ai nostri giorni – Nascondersi pubblicamente è sempre stato associato all’illegalità e ai comportamenti ritenuti antisociali o devianti, e ci fu anche chi associò le mascherine alle museruole con cui si controllavano gli schiavi neri per impedirgli di parlare. La letteratura medica era scarsa. Un funzionario sanitario canadese mise in dubbio anche l’efficacia delle maschere, dicendo che era abbastanza chiaro dalle prove epidemiologiche come indossando le maschere, i numeri fossero aumentati: un classico caso di inversione della correlazione, che scambiava la causa con l’effetto”.

“All’inizio di febbraio 1919, le mascherine furono nuovamente abbandonate, nonostante, già il 21 novembre 1918 Hassler, il Fauci dei suoi giorni, avesse sottolineato che avevano probabilmente prevenuto 20.000 casi di influenza e salvato 1.500 vite – conclude Bucci – San Francisco finì per essere una delle città più duramente colpite dall’influenza”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA