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Coronavirus: Unicef/Oms, 51mila bimbi rischiano di morire in Mo e Nordafrica

Di Redazione |

Ginevra, 15 giu. (Adnkronos Salute) – “La pandemia da Covid-19 sta mettendo il sistema sanitario nella regione del Medio Oriente e Nord Africa sotto una pressione senza precedenti. I servizi di assistenza sanitaria di base sono o diminuiti o sono stati interrotti in diversi paesi. Nonostante non ci siano molti casi di Covid-19 fra i bambini nella regione, è evidente che la pandemia stia colpendo la salute dei bambini in prima persona. Ulteriori 51.000 bambini con meno di 5 anni potrebbero morire nella regione entro la fine del 2020 se l’attuale interruzione di servizi essenziali per la salute e la nutrizione si protrarrà e la malnutrizione fra i bambini aumenterà. Se ciò succederà, ci sarà un aumento di quasi il 40% rispetto ai dati pre-Covid, invertendo di circa due decenni i progressi compiuti per la sopravvivenza dei bambini nella regione”. Lo hanno dichiarato in una nota Ted Chaiban, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, e Ahmend Al-Mandhari, direttore regionale dell’Oms per la Regione del Mediterraneo Orientale.

Il dato di riferimento per la mortalità dei bambini sotto i cinque anni nella regione in sei mesi è di quasi 133mila morti. Gli ulteriori 51mila decessi porterebbero il totale a quasi 184mila bambini morti sotto i 5 anni. Lo studio riguarda dieci Paesi, tra cui Algeria, Gibuti, Egitto, Iraq, Giordania, Marocco, Siria, Sudan, Tunisia e Yemen. La popolazione di bambini sotto i cinque anni in questi dieci Paesi è di quasi 41 milioni di persone, quasi il 75% del numero totale di bambini sotto i cinque anni nella regione di Medio Oriente e Nord Africa.

“Una combinazione di fattori contribuirebbe a questa triste previsione. Sottoposti a stress eccessivi, molti operatori sanitari in prima linea hanno spostato il loro impegno nella risposta all’epidemia in una situazione in cui c’è carenza di dispositivi di protezione individuale e altri aiuti essenziali. I lockdown, le restrizioni di movimento e le barriere economiche potrebbero ulteriormente impedire l’accesso delle comunità all’assistenza sanitaria. In molti hanno paura di contrarre il virus mentre si trovano nelle strutture sanitarie. E’ probabile quindi che i bambini e le madri perdano azioni preventive come le vaccinazioni, la cura di infezioni neonatali e malattie dei bambini, assistenza durante la gravidanza e la nascita e servizi per prevenire un aumento della malnutrizione acuta”, hanno dichiarato Chaiban e Al-Mandhari.

“Dobbiamo evitare questo scenario, permettendo a decine di migliaia di bambini di celebrare il loro quinto compleanno circondati da famiglia e amici – hanno aggiunto – Chiediamo i seguenti passi e confermiamo che l’Unicef e l’Oms sono impegnati a supportare il sistema di assistenza sanitaria nella regione per attuare queste azioni: la piena e sicura ripresa delle campagne di vaccinazione e dei servizi di nutrizione, seguendo strette misure precauzionali per la prevenzione dei contagi, usando i dispositivi di protezione individuale, evitando il sovraffollamento e rispettando il distanziamento sociale nelle strutture di assistenza sanitaria. Rendere prioritario e facilitare l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria di base per ogni bambino, soprattutto i più vulnerabili, attraverso la disponibilità di personale e forniture sanitarie. Dotare i team di intervento per le comunità in tutta la regione dei requisiti minimi per la prevenzione e il controllo dei contagi, compresa l’attuazione delle precauzioni standard e dei dispositivi di protezione individuale. Investire nelle iniziative di comunicazione pubblica e di coinvolgimento delle comunità”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA