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Fase 3: Roma, comunità Bangladesh in coda per tamponi dopo un inizio ‘flop’

Di Redazione |

Roma, 8 lug. (Adnkronos Salute) – Un inizio stentanto dei tamponi alla comunità del Bangladesh a Roma che però, con il passare dei giorni, si è trasformato: da una manciata di persone a vere e proprie code all’ingresso dei centri dell’Asl Roma 2. Dai pochi test nel primo giorno “ai 300 di ieri, con un centinaio di persone in fila già oggi”, sottolinea l’Asl Roma 2 all’Adnkronos Salute. L’intervento messo in campo dalla Regione Lazio per sorvegliare i possibili casi di importazione di Covid-19 dal Bangladesh a Roma è dunque decollato, dopo un avvio leggermente in sordina.

A far cambiare marcia potrebbe essere stato l’appello, in lingua bengali, lanciato martedì dalla Regione in collaborazione con i vertici della comunità del Bangladesh e la possibilità di recarsi tutti i giorni al drive in di Santa Caterina delle Rose (Via Nicolò Forteguerri), mentre sabato e domenica anche a Piazza della Maranella e a Via degli Eucalipti. La sorveglianza sanitaria è indirizzata a tutti coloro che dal 1 giugno sono rientrati dal loro Paese o siano entrati in contatto stretto con persone di rientro dal Bangladesh. L’allarme, e la conseguente decisione del ministero della Salute di fermare i voli speciali da Dacca, è scattato per la prima volta la scorsa settimana quando è stato registato dall’Unità di crisi del Lazio un aumento dei positivi nella comunità.

La Regione è intervenuta con i tamponi e i test sierologici ai passeggeri in arrivo da Dacca direttamente in aeroporto. Una scelta che ha tempestivamente “disinnescato una bomba” epidemiologica, come ha sottolineato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. La stima della Regione, in base ai voli arrivati da Dacca nella Capitale e ai positivi intercettati fino ad oggi, è che ci possano essere circa 5-600 possibili positivi in giro per Roma o nel resto d’Italia.

Il drive-in di Santa Caterina delle Rose dell’Asl Roma 2 è operativo tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 18 per effettuare i test. “Anche per chi è clandestino – sottolinea l’Asl Roma 2 – non è un problema fare i test perché viene fatto l’Stp, ovvero un documento provvisorio sanitario per gli stranieri per usufruire dei servizi del Ssr”. Al di là dei controlli è necessario che la comunità risponda in maniera attiva, ovvero se si hanno i sintomi occorre “rispettare l’isolamento per 14 giorni dopo l’arrivo, ricordando le regole fondamentali di distanziamento”, precisa la Regione in una nota. E per coloro che non sono in grado di rispettare l’isolamento e la quarantena “vengono messi a disposizione degli appositi alberghi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA