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Lancet, test e tracciamento chiave per riaprire scuole in sicurezza

Di Redazione |

Roma, 4 ago. (Adnkronos Salute) – Non è solo l’Italia a interrogarsi su quello che accadrà a settembre, con la riapertura delle scuole. Ebbene, secondo uno studio britannico, pubblicato su ‘The Lancet Child & Adolescent Medicine’, una seconda ondata di Covid-19 potrebbe essere evitata nel Regno Unito, se la riapertura delle scuole sarà accompagnata da un programma di test, tracciamento dei contatti e isolamento sufficientemente ampio. Altrimenti si rischia una seconda ondata più pesante della prima, con un picco tra dicembre e febbraio.

Mancano ancora evidenze sul possibile ruolo delle scuole nella trasmissione del coronavirus, dal momento che in tutto il mondo gli istituti sono stati chiusi per limitare l’impatto della pandemia, e la maggior parte dei dati esistenti sono basati su modelli matematici e pochissimi studi che utilizzano i dati del mondo reale, si legge su Lancet.

Sebbene molti elementi siano ancora sconosciuti sulla trasmissione di Covid-19 a livello scolastico, lo studio britannico sottolinea l’importanza del contesto in cui le scuole vengono riaperte, nonché la necessità di ulteriori ricerche sulla trasmissione nei bambini e negli adolescenti. La ricerca, condotta da scienziati dell’University College London e della London School of Hygiene and Tropical Medicine, fornisce le prime stime sul livello di test e tracciamento dei contatti necessario per la riapertura delle scuole che eviti una seconda ondata epidemica nel Regno Unito.

Gli autori hanno modellato sei diversi scenari per la riapertura della scuola, utilizzando dati demografici, epidemiologici ed economici. Gli scenari includevano un sistema di rotazione fra tempo pieno e part-time, con metà degli studenti che frequentavano la scuola a settimane alterne, all’interno di tre scenari che riflettevano vari livelli di test e tracciamento dei contatti. Oltre alla riapertura della scuola, il modello prevedeva un rilassamento generale delle misure anti-Covid. Per ogni scenario, i ricercatori hanno stimato il numero di nuove infezioni e decessi, nonché l’indice di contagiosità.

I risultati suggeriscono che una seconda ondata nel Regno Unito potrebbe essere evitata con un aumento del livello di test (tra il 59% e l’87% delle persone sintomatiche testate) e un efficace tracciamento e isolamento dei contatti. In pratica, il 75% dei soggetti sintomatici dovrebbe essere diagnosticato e isolato, se le scuole riaprissero a tempo pieno a settembre (il 65% con un sistema a rotazione e a tempo parziale). In caso contrario, la riapertura delle scuole e il progressivo allentamento delle misure di lockdown potrebbero provocare una seconda ondata di casi, che raggiungerebbe il picco nel dicembre 2020 se le scuole aprissero a tempo pieno a settembre, e nel febbraio 2021 se a settembre fosse adottato un sistema di rotazione a tempo parziale. In questi casi, avvertono gli autori, la seconda ondata potrebbe far salire l’indice di contagiosità sopra 1 e l’impatto delle infezioni potrebbe essere da 2 a 2,3 volte superiore rispetto alla prima ondata.

Il modello ha ipotizzato che i bambini fossero contagiosi come gli adulti. Tuttavia, poiché il livello di contagiosità nei bambini non è certo, i ricercatori hanno anche riproposto il loro modello partendo dal presupposto che i giovanissimi fossero contagiosi la metà degli adulti. Ma i risultati non cambiano molto.

Secondo Jasmina Panovska-Griffiths dell’Ucl, che ha guidato lo studio, “il nostro modello suggerisce che, con una strategia di test e tracciamento altamente efficace in tutto il Regno Unito, è possibile per le scuole riaprire in sicurezza a settembre. Tuttavia, senza una copertura sufficiente, il Regno Unito rischia una pesante seconda ondata, con un picco a decembre o a febbraio. Dunque occorre accertarsi che le capacità di test e tracciamento siano sufficienti prima di riaprire le scuole”, avverte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA