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Coronavirus: Nature, ‘Europa non tagli fondi a ente ricerca Erc in era Covid’

Di Redazione |

Milano, 23 set. (Adnkronos Salute) – “Una pandemia non è il momento per tagliare i finanziamenti del Consiglio europeo della ricerca”. E’ il titolo di un editoriale di ‘Nature’, critico verso le ultime scelte dell’Unione europea su questo fronte. Sotto i fari della rivista ‘bibbia’ della comunità scientifica finisce “l’agenzia scientifica di punta dell’Europa”, che – osserva Nature – sarà “cruciale per un mondo post-coronavirus. Tagliare il suo budget sarà un atto insensato”. Nel testo anche un passaggio che racconta di Jean-Pierre Bourguignon, il matematico presidente ad interim dell’Erc (European Research Council), “furioso” e “indignato dalle proposte di taglio del budget 2021-2027 di 1,3 miliardi di euro”, che equivale a “una riduzione di quasi il 10%” rispetto ai 14,7 mld concordati dai leader dell’Ue a maggio, riporta la rivista scientifica.

“Non lo capisco”, ha detto Bourguignon a Nature. Il presidente dell’Erc vuole che la decisione venga annullata. “Anche noi”, incalza lo stesso giornale. In un momento come questo, si pensava che i leader del Vecchio continente avrebbero rafforzato l’Erc, “le cui sovvenzioni vanno a progetti e ricercatori che sono e saranno la chiave per comprendere Sars-CoV-2, sconfiggere Covid-19, e ricostruire società ed economie durante e dopo la pandemia. Invece – si legge nell’editoriale – i leader hanno in programma di ridurre”. Nato nel 2007, l’Erc è “la principale agenzia europea di finanziamento per la ricerca di base. E’ guidato da ricercatori e i vantaggi lo dimostrano – osserva Nature – Mentre i politici sono stati lenti o in ritardo nell’anticipare e rispondere alla pandemia, 180 progetti Erc esistenti si sono rivelati altamente rilevanti per la crisi. Gli scienziati Erc sono in anticipo sulla curva”.

Il nodo principale, viene spiegato, è che le sorti dell’ente sono legate a quelle del più ampio programma di finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’Ue, Horizon Europe. Negli anni precedenti entrambi i budget erano aumentati. Ma ora la pandemia sta devastando le economie e, con il Regno Unito non più nell’Ue, il suo contributo sarà assente. Nel 2018, la Commissione europea ha proposto 94,1 miliardi di euro per Horizon Europe, una cifra in aumento rispetto al bilancio di 80 mld del programma 2014-2020 (Horizon 2020). Poi a luglio di quest’anno, ricostruisce la rivista, i leader dell’Ue lo hanno ridotto a 81 miliardi di euro, incluso un fondo di 5 mld per la ricerca correlata a Covid.

Di conseguenza, anche il budget dell’Erc sarà tagliato, anche se si prevede che una piccola parte dei finanziamenti extra si prevede confluisca sul tipo di lavoro che l’Erc supporta, come lo sviluppo di modelli per monitorare la trasmissione dei virus, la ricerca di tecnologie da utilizzare nella diagnostica e lo studio del comportamento umano in una pandemia. Proteggere i finanziamenti per la ricerca di base in un periodo di tagli al budget è in generale “estremamente difficile”, riconosce Nature.

Ma “i 6 mesi turbolenti attraversati dalla leadership del Consiglio europeo della ricerca lo hanno reso ancora più difficile”, si sottolinea nell’editoriale richiamando il caso delle dimissioni dello scienziato esperto di nanomedicina, Mauro Ferrari, dalla presidenza dell’agenzia europea, “proprio nel momento in cui questa aveva bisogno di rafforzarsi in vista delle discussioni sul bilancio”. Bourguignon è tornato ad interim il 27 luglio, pochi giorni dopo la riunione cruciale dei leader Ue in cui sono stati proposti i tagli di bilancio. Per dare un’idea del lavoro dell’Erc, Nature cita un dato: “Circa il 25% di tutti i brevetti depositati da progetti sostenuti da Horizon 2020 provengono da progetti Erc, anche se la commercializzazione della ricerca non è l’obiettivo principale dell’ente”.

L’agenzia, ricorda Nature, ha navigato fra i “più ampi venti trasversali politici europei”. Durante i precedenti periodi di definizione del bilancio, ha potuto contare sul sostegno dei ministri della Ricerca e delle Finanze delle tre maggiori economie europee: Germania, Francia e Regno Unito. “Ora il Regno Unito ha lasciato l’Ue; la Germania, che ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, per ora non è in grado di fornire il suo solito forte sostegno pubblico”. L’Erc “mantiene un forte sostegno dal Parlamento europeo, dai Paesi più piccoli dell’Ue e dai vertici della ricerca e delle università. Questo è il motivo per cui Bourguignon ha ragione a portare la sua causa direttamente a questi, cosa che ha fatto”.

Ma il tempo stringe: il budget sarà finalizzato prima della fine di questo mese. “L’Erc – incalza Nature – è una rara storia di successo” nel finanziamento della scienza. “I suoi generosi starting grant hanno avuto un profondo impatto sulla qualità della ricerca in Europa. Quel talento è necessario per affrontare le crisi di oggi e anche di domani. L’ente e i suoi sostenitori hanno bisogno della comunità di ricerca e dei politici di tutta Europa a sostegno della causa”. L’appello è indirizzato in particolare “ai ministri delle Finanze degli Stati membri dell’Ue. Francia e Germania hanno sostenuto l’Erc fin dall’inizio. Non è il momento di diluire il supporto a un’agenzia essenziale per un futuro post-Covid”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA