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Coronavirus: ‘resistenza e umanità’ in corsia, Onda premia 206 donne in trincea

Di Redazione |

Milano, 28 set. (Adnkronos Salute) – C’è Margherita, medico di pronto soccorso nelle Marche e mamma di una bimba con fibrosi cistica: si è messa in autoisolamento per mesi e al contempo è stata una colonna durante l’emergenza. Si è distinta per aver contribuito a scoprire i primi casi di nuovo coronavirus, riuscendo nella difficile impresa di governare e rivoluzionare l’attività del pronto soccorso per la gestione dei pazienti Covid-positivi. Ci sono Rita, Tiziana e Giuseppina dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, che sono state alle prese con il delicato caso di una neomamma con gravidanza gemellare alla 28esima settimana, ricoverata per problemi legati alla gravidanza. Risultata positiva a Covid-19 è stata assistita dalle operatrici (coordinatrice infermieristica Pre-triage, ostetrica Sala Parto e ostetrica Pronto soccorso) e dall’équipe intera con un lieto fine, anche se si è dovuto anticipare il parto per un’insufficienza fetale.

E ancora c’è l’infermiera laziale, in rappresentanza delle molte operatrici sanitarie che hanno dedicato attenzione e importanza ai contatti tra pazienti e famigliari, tramite l’uso di tablet e smartphone. Sono 206 storie di resistenza e tenacia, di sensibilità e umanità. Storie di donne e Covid-19, protagoniste oggi a Milano, in occasione di un evento promosso da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere). In prima linea nei giorni più duri dell’emergenza coronavirus, le operatrici sono state premiate a Palazzo Lombardia, chiamate sul palco dal ‘paziente 1’ di Codogno, Mattia Maestri, in occasione della presentazione del IV Congresso nazionale della Fondazione Onda.

Donne che sono state in trincea dal Veneto alla Calabria, dalla Lombardia al Piemonte. Medico, infermiera, ostetrica, tecnico di laboratorio, psicologa sono alcune tra le figure sanitarie a ricevere il riconoscimento. “La prima cosa che mi viene in mente è semplice, forse scontata, ed è quella di dire ‘grazie’ e non basterebbero pagine e pagine per dirlo nel modo giusto”, commenta Mattia.

La giornata di oggi ha questo significato: “Un’opportunità per ringraziare tutte le donne che hanno avuto un ruolo chiave nella gestione di questa emergenza sanitaria distinguendosi per il loro essenziale contributo”, dice Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda. “I lunghi mesi dell’emergenza sanitaria hanno visto il personale degli ospedali con i Bollini Rosa in prima linea nella gestione della pandemia, molte lavoratrici hanno dovuto isolarsi dagli affetti più cari: anche la loro salute mentale è stata messa a dura prova”.

Le assegnazioni sono state decise da un Comitato composto da medici e da esperti di settore sulla base delle segnalazioni ricevute dagli ospedali Bollini Rosa, molte delle quali pervenute in particolare da Lombardia e Veneto, le regioni più colpite della pandemia Covid-19. “L’attestato di ‘Donne e Covid-19’ ha un valore iconico per il presente perché esprime la riconoscenza alle donne che, ancora una volta, hanno dimostrato una capacità di servizio che integra la loro professionalità con l’espressione dei valori di altruismo. Per il futuro attesta una garanzia per il sistema sanitario nazionale”, afferma Giorgio Fiorentini, docente senior Area pubblica amministrazione sanità e non profit, Uni Bocconi, e presidente Associazione Sottovoce.

Le premiate hanno ricevuto anche le immagini fotografiche delle opere dei tre writers che hanno aderito all’iniziativa tramite associazione Unisono Aps, Spazio Baluardo di Milano: Austin Fowler (che disegna gli ‘angeli’ della pandemia), Laika (che ha denunciato gli aspetti più brucianti di questo periodo buio per l’umanità) e Cheone (che ha espresso in immagini il grazie a medici, infermieri, operatori). Anche gli artisti, dall’Italia agli Stati Uniti, fino alla Cina, hanno lanciato nuovi messaggi, celebrato gli eroi, invitato gli abitanti delle città a non uscire di casa dipingendo mascherine e divieti. Nel corso della cerimonia è stato inoltre proiettato ‘Red Zone – Vita da isolati’, documentario realizzato da Marco Belloni, videomaker di Codogno, che ha vinto l’ultima edizione del Varese International Film Festival.

Anche il presidente lombardo, Attilio Fontana, ha voluto dire personalmente grazie “a chi ha contribuito in modo sostanziale a combattere questo terribile virus che si è abbattuto sulla nostra regione in modo inaspettato. Se oggi siamo riusciti a tornare a una situazione di quasi normalità lo dobbiamo al vostro importante aiuto ed a tutti i nostri cittadini che hanno risposto in modo saggio e serio rispettando le regole”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA