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Influenza, in Sicilia da ieri la vaccinazione ma non in tutte le Asp

Di Antonio Fiasconaro |

La Regione ha da tempo predisposto l’acquisto di 1,5milioni di dosi di vaccino e già alcune scorte sono arrivate a destinazione delle Asp, anche se, come abbiamo più volte detto nei giorni scorsi, sarà un inizio di campagna vaccinale a “macchia di leopardo”.

Rispetto all’anno scorso, per ovvi motivi legati al Covid, si è partiti con un mese di anticipo. Anche quest’anno l’obiettivo dichiarato dalla Regione, è quello di vaccinare nell’Isola almeno il 75-80 per cento della popolazione perseguibile. Anzi, con la presenza del Covid, aumentare ancor di più i numeri.

Destinatari della vaccinazione sono i soggetti con età superiore o pari a 60 anni, i soggetti a rischi con patologie croniche dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio, da diabete e altre malattie metaboliche, da malattie renali, linfoproliferative, neoplasie, da malattie che comportino immunosoppressione, malassorbimento intestinale, malattie neuromuscolari, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, i soggetti appartenenti alle categorie di pubblico interesse collettivo, nonché i bambini a partire dai sei mesi di età e alle donne a qualsiasi trimestre di gravidanza.

Ed ancora quest’anno sarà messa in campo la cosiddetta “Strategia Cocoon”: verrà offerta la vaccinazione in forma attiva e gratuita ai contatti stretti dei nuovi nati, fino al compimento del sesto mese di vita e ai contatti stretti delle gestanti, nonché alle donne in stato di gravidanza ed a qualsiasi trimestre della stessa, mediante il coinvolgimento attivo dei Consultori, degli ambulatori specialistici di pediatria e Ostetricia e Ginecologia. Ed ancora la vaccinazione antinfluenzale dovrà essere proposta ed offerta, come si legge nel decreto «a tutto il personale operante presso tutte le scuole di ogni ordine e grado, docenti e non docenti e, con particolare riguardo, a tutto il personale sanitario e parasanitario operante nel territorio regionale, nelle strutture pubbliche e private».

«Quest’anno visto la concomitanza con la pandemia del Coronavirus sono molto più stringenti – sottolinea il prof. Francesco Vitale, direttore della cattedra di Igiene dell’Università di Palermo e componente del tavolo tecnico per l’influenza all’assessorato alla Salute – è importante la vaccinazione e più stringenti sono le raccomandazioni. Quest’anno vanno vaccinati i bambini al di sopra dei sei mesi e la raccomandazione, come sempre, è quello di vaccinare tutti gli anziani e ci sarà l’obbligo della vaccinazione per tutti gli operatori sanitari e mi auguro in tal senso che prevalga il senso di professionalità e di responsabilità e non l’egoismo o la paura immotivata. Con la vaccinazione eviteremo le importanti infezioni respiratorie acute».

Ma non mancano le polemiche. Ad innescarle il Nursind Sicilia, il sindacato delle professioni Infermieristiche.

«Il vaccino antinfluenzale è uno strumento di difesa della salute fondamentale. L’assessorato regionale alla Salute però ha mancato di rispetto ai professionisti sanitari introducendo in maniera illegittima l’obbligo di vaccinazione e prevedendo addirittura sanzioni che vanno oltre la competenza regionale. Il decreto sia subito revocato o ricorreremo al Tar per l’annullamento».

Lo scrivono in una nota il coordinatore regionale del Nursind, Salvo Calamia e il vice segretario nazionale Salvatore Vaccaro in merito alla disposizione regionale che ha introdotto «l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per medici e personale sanitario, sociosanitario di assistenza, operatori di servizio di strutture di assistenza, anche se volontario», stabilendo che «la mancata vaccinazione, non giustificabile da ragioni di tipo medico, comporta l’inidoneità temporanea, per tutto il periodo della campagna, allo svolgimento della mansione lavorativa».

Secondo il Nursind «la competenza è statale e non regionale, così come già predisposto da Tar del Lazio. Rispettiamo e condividiamo invece la vaccinazione antinfluenzale proposta per i soggetti fragili, over 60 e per i soggetti che volessero farlo liberamente – spiega il Nursind – si predisponga una ampia campagna informativa sul tema lasciando i professionisti liberi di scegliere, senza paventare penalizzazioni sul piano lavorativo ritenute dai lavoratori una minaccia».

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