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Trapianti: 222 bambini italiani in attesa di nuovo organo, 60 operati in primi 6 mesi

Di Redazione |

Roma, 20 nov. (Adnkronos Salute) – La pandemia di Covid-19 non ha fermato i trapianti in Italia. Nei primi sei mesi del 2020 sono stati 60 i bambini e i ragazzi che hanno ricevuto un trapianto, mentre in questo momento sono ancora 222 quelli iscritti in lista d’attesa. I dati del programma pediatrico del Centro nazionale trapianti – pubblicati in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza – confermano la tenuta dell’attività “nonostante l’impatto della pandemia sul sistema sanitario. Le proiezioni del Sistema informativo trapianti ipotizzano che a fine anno il calo sarà intorno al 7-10%”, fa sapere il Cnt.

Gli organi maggiormente trapiantati nei bambini quest’anno sono stati il rene (42%) e il fegato (38%), meno frequenti gli interventi che riguardano il cuore (17%) e i polmoni (3%). Nel 23% dei casi il ricevente aveva meno di 2 anni, nel 18% ne aveva tra 2 e 6, nel 17% tra 6 e 11 mentre il 42% dei trapiantati aveva più di 11 anni. Sul fronte delle donazioni, invece, nel primo semestre 2020 sono stati 17 i minori deceduti in rianimazione le cui famiglie hanno acconsentito al prelievo dei loro organi: in 8 casi si è trattato di bambini con meno di 6 anni.

Resta stabile l’andamento delle liste d’attesa: ad oggi, come detto, i pazienti registrati sono 222 (erano 218 il 1 gennaio 2020, 222 nel 2018): 7 hanno meno di 2 anni (aspettano tutti un fegato), 51 tra 2 e 6 anni, 32 tra 7 e 10 e 132 più di 11 anni. Gli iscritti alla lista d’attesa del rene sono quasi la metà del totale (47%), seguono i bambini in attesa di un cuore nuovo (25%), di un fegato (23%) e di polmoni (5%).

Nel primo semestre 2020 l’indice di soddisfacimento complessivo delle liste d’attesa (ovvero il numero di pazienti trapiantati rispetto a quelli iscritti a inizio anno) è stato del 27,5%: più alto per i bambini che aspettano un fegato (42%), più basso per la lista del cuore (15%), più o meno in linea per gli altri organi (rene 22%, polmone 25%). I due maggiori centri italiani di trapianto pediatrico si confermano l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che hanno realizzato da soli la metà degli interventi della prima parte di quest’anno (rispettivamente 16 e 14).

Il Bambino Gesù ha effettuato in assoluto il maggior numero di trapianti di cuore in Italia (5), mentre Bergamo è prima per numero di trapianti di fegato (11). Il centro trapianti di rene più attivo a livello è invece quello del San Martino di Genova (8 interventi tra gennaio e giugno 2020). “Quelli pediatrici sono meno del 5% di tutti i trapianti eseguiti ogni anno in Italia – spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo – ma rappresentano una parte fondamentale dell’attività della nostra Rete per la complessità e la delicatezza anche etica di questo tipo di situazioni, sia per i minori ammalati e le loro famiglie, sia per quei genitori che davanti alla tragedia della morte di un figlio scelgono di dire sì alla donazione degli organi”.

“Purtroppo – ricorda Cardillo – sono ancora troppi i bambini e i ragazzi che sono in attesa di essere curati, e per questo è sempre fondamentale ricordare l’importanza della donazione, a qualunque età: nel caso del fegato, ad esempio, anche un donatore adulto può salvare la vita di un bambino, perché è possibile utilizzare un segmento dell’organo per un trapianto pediatrico lasciando la parte principale ad un altro ricevente”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA