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In 6 regioni aumentano gli attualmente positivi, oltre 20.000 morti nell’ultimo mese

Di Redazione |

Roma, 17 dic. (Adnkronos Salute) – Discesa dei contagi troppo lenta, ospedali ancora saturi, oltre 20.000 decessi nell’ultimo mese. E’ il quadro che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che conferma nella settimana 9-15 dicembre, rispetto alla precedente, una flessione dei nuovi casi (113.182 contro 136.493), a fronte di una riduzione di oltre 88 mila casi testati (462.645 contro 551.068) e di un rapporto positivi/casi testati stabile (24,5% rispetto a 24,8%). Calano del 9,5% i casi attualmente positivi (667.303 contro 737.525) e, sul fronte degli ospedali, diminuiscono ricoveri con sintomi (27.342 rispetto a 30.081) e terapie intensive (3.003 rispetto a 3.345). In lieve riduzione anche i decessi: 4.617 rispetto a 4.879, -5,4%.

Calano i tamponi totali, 162.837 in meno (-12,9%). “I dati di questa settimana – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – confermano il rallentamento del contagio, documentato dalla riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (6,4% rispetto all’8,4% a livello nazionale, registrata anche in tutte le Regioni) e dal numero dei nuovi casi settimanali (-17,1%). Tuttavia, la netta riduzione di oltre 88 mila casi testati (-16,1%) e il rapporto positivi/casi testati stabile finiscono per sovrastimare gli effetti delle misure di mitigazione”. La consistente e ingiustificata riduzione dell’attività di testing viene infatti registrata in tutte le Regioni, eccetto Veneto e Valle d’Aosta.

Il bacino degli attualmente positivi – evidenzia Gimbe – si svuota molto lentamente e in 6 Regioni si registra addirittura un incremento rispetto alla settimana precedente. In particolare, dopo il picco del 22 novembre (805.947), i casi attualmente positivi sono diminuiti in 24 giorni del 20,8%, con una riduzione media giornaliera dello 0,9%: tuttavia con oltre 667 mila casi attualmente positivi risulta al momento impossibile riprendere qualsiasi attività di tracciamento.

“Sicuramente le misure restrittive introdotte dal Dpcm del 3 novembre hanno frenato la diffusione del contagio – continua Cartabellotta – ma la lenta e irregolare discesa della curva, unita a un rapporto positivi/casi testati stabile da tre settimane, suggeriscono che le misure di mitigazione abbiano ormai dato il massimo risultato e ora, con le progressive riaperture, verosimilmente la curva prima rallenterà la sua discesa per poi tornare inesorabilmente a salire”.

“Anche sul fronte ospedali – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – l’entità del rallentamento non lascia spazio a grandi entusiasmi”. Il picco della seconda ondata per i ricoverati con sintomi è stato raggiunto il 23 novembre (34.697) e in 22 giorni si è ridotto del 26,9%, il 25 quello delle terapie intensive (3.848) e in 20 giorni si è ridotto del 28,1%. In ogni caso, la soglia di occupazione da parte di pazienti Covid supera il 40% nei reparti di area medica in 10 Regioni e oltre il 30% nelle terapie intensive in 14. Infine, continua inesorabilmente a salire il numero dei decessi: 4.617 morti nell’ultima settimana, oltre 20.000 nell’ultimo mese e più di 31.000 dal 1 settembre. Questi numeri, che catapultano l’Italia al primo posto in Europa per decessi totali da Covid (65.857) e per tasso di letalità (3,5%), “stridono molto con le parole del premier Conte secondo cui ‘con misure calibrate e ben circoscritte stiamo reggendo bene questa seconda ondata’”, contesta Gimbe.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA