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Coronavirus: docente italiano in Germania, ‘non c’è euforia, tedeschi volevano più dosi’

Di Redazione |

Roma, 29 dic. (Adnkronos Salute) – Non tutto quello che sta avvenendo in Germania, sul fronte vaccinazioni anti-Covid, luccica. “E’ vero che il sistema è partito e nel mio land, il Baden-Württemberg, hanno già vaccinato 4-5mila persone e in totale ad oggi già 42mila. Ma non c’è euforia anzi c’è molta critica nei confronti del governo, i tedeschi si aspettano più dosi. Anzi, visto che l’azienda BioNTech è tedesca pretendevano più dosi del vaccino”. A parlare all’Adnkronos Salute è Paolo Andreocci, direttore dell’Isd (Internationales Sprachzentrum Dialogo) di Friburgo, scuola di lingue che prepara anche medici e infermieri italiani che vogliono lavorare in Germania.

“A differenza dell’Italia – aggiunge – qui c’è però un movimento no-vax molto forte organizzato in ‘querdenker’, gruppi di persone che non la pensano come il mainstream e si organizzano con grandi proteste, come accaduto a Berlino. Hanno una grossa base popolare e alcuni media alternativi”.

Sul fronte vaccinazioni anti-Covid “i tedeschi vedono l’accordo con l’Ue come uno degli accordi e si aspettano accordi collaterali, come è avvenuto. Non tollerano la lentezza e la burocrazia europea”, sottolinea Andreocci.

Rispetto a quanto è accaduto in Italia, “qui il governo ha previsto aiuti massici per le categorie che hanno dovuto chiudere totalmente o in parte – rimarca Andreocci – Io nel giro di 3-4 giorni ho ricevuto 9mila euro per la mia scuola che ho dovuto chiudere nel primo lockdown e poi riaperto seguendo le misure di sicurezza e riducendo le presenze degli studenti. Lo stato tedesco ha previsto un aiuto immediato, si chiama proprio cosi, e poi un altro contributo in primavera a chi aveva fatto meno del 50% del fatturato. Noi non ci siamo rientrati perché, fortunatamente, abbiamo ripreso l’attività didattica”.

Sul fatto che in Italia si guardi molto al modello Merkel, il docente-imprenditore chiarisce che “stiamo parlando di sistemi completamente diversi: la Merkel mostra la strada, ma poi è a livello federale che va attuato il piano, il potere di decisione è forse inferiore a quello che a Conte in Italia”.

Il flusso di medici e infermieri italiani che fino a febbraio puntavano alla Germania per trovare un lavoro stabile e bene retribuito “è crollato. Sono sceso a ottobre a Milano per un incontro che avevo organizzato con 40 medici e nessuno si è ancora presentato a scuola. Ma cerchiamo di essere ottimisti – conclude – e a febbraio 2021 ho in programma un altro incontro a Roma per promuovere i corsi di tedesco per professionisti della sanità italiani che voglio lavorare in Germania. Rispetto all’Italia, c’è comunque un sentimento di maggior sicurezza rispetto alla gestione della pandemia”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA