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Coronavirus: Moderna, vaccino protegge da varianti inglese e sudafricana

Di Redazione |

Milano, 25 gen. (Adnkronos Salute) – Il vaccino anti-Covid di Moderna sembra “mantenere un’attività neutralizzante” contro le varianti emergenti di Sars-CoV-2, in particolare quelle di Regno Unito e Sudafrica. Ad annunciarlo è l’azienda americana, in una nota in cui illustra i primi risultati emersi da studi condotti in vitro con i sieri di vaccinati, “che mostrano attività contro più ceppi” del virus.

“La vaccinazione con il vaccino Moderna ha prodotto titoli neutralizzanti contro tutte le principali varianti emergenti testate, comprese ‘B.1.1.7’ e ‘B.1.351’, identificate per la prima volta rispettivamente nel Regno Unito e nella Repubblica del Sud Africa”, evidenzia l’azienda riportando alcuni risultati del lavoro scientifico disponibile al momento in versione pre-print.

Lo studio, spiega Moderna, “non ha mostrato alcun impatto significativo sui titoli anticorpali neutralizzanti contro la variante Gb (B.1.1.7)” rispetto alle ‘versioni’ precedenti del virus. Una riduzione di 6 volte dei titoli anticorpali neutralizzanti è stata osservata con la variante sudafricana (B.1.351). “Nonostante questa riduzione, i livelli di titoli neutralizzanti con B.1.351 rimangono al di sopra dei livelli che ci si aspetta siano protettivi”, viene puntualizzato nella nota. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Vaccine Research Center del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), centro dei National Institutes of Health (Nih). Inviato al momento sulla piattaforma ‘bioRxiv’, verrà sottoposto a revisione paritaria per la pubblicazione.

Rilevata per la prima volta nel settembre 2020 nel Regno Unito, la variante inglese B.1.1.7 ha 17 mutazioni nel genoma virale, 8 situate nella proteina Spike (S). La variante sudafricana B.1.351 ha invece 10 mutazioni localizzate nella proteina spike (S). Entrambe le varianti si sono diffuse rapidamente e sono associate a una maggiore trasmissione e a un carico virale più elevato dopo l’infezione, ricorda l’azienza. Lo studio in vitro ha valutato la capacità del vaccino Moderna in campo di suscitare potenti anticorpi neutralizzanti contro le nuove varianti, utilizzando sieri di 8 partecipanti allo studio clinico di fase 1 (di età compresa tra 18 e 55 anni) che hanno ricevuto 2 dosi da 100 µg di mRNA-1273 e utilizzando separatamente sieri di primati immunizzati con due dosi di 30 µg o 100 µg.

Sebbene sia stato riportato che queste mutazioni riducono la neutralizzazione dai sieri di convalescenza e aumentano l’infettività, i sieri delle persone e dei primati vaccinati con Moderna sono stati in grado di neutralizzare la variante Gb allo stesso livello delle precedenti. Mentre contro la sudafricana si rimane al di sopra dei titoli neutralizzanti che hanno dimostrato di proteggere i primati. L’azienda si aspetta che questi livelli osservati, sebbene 6 volte inferiori rispetto alle varianti precedenti, siano protettivi. Ma essendo più bassi possono suggerire “un potenziale rischio che l’immunità ai nuovi ceppi B.1.351 declini prima”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA