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Giudizi vaccino influenzati anche da reputazione aziende, Pfizer peggiore

Di Redazione |

Roma, 1 mar. (Adnkronos Salute) – L’unica ‘via di fuga’ dalla pandemia di Covid-19, al momento, sembra essere la profilassi vaccinale. Ma la reputazione dei singoli vaccini ha una forte influenza sui giudizi espressi online sul tema. Per gli italiani, infatti, i vaccini non sono tutti uguali: a influenzare gli orientamenti sono soprattutto la distribuzione e l’efficacia. E, nel complesso, solo 4 ‘giudizi’ su 10 espressi dai cittadini risultano positivi. E’ quanto emerge dai primi risultati dell’analisi condotta da Reputation Science, società specializzata nell’analisi e gestione della reputazione, che ha elaborato una prima fotografia della percezione degli italiani rispetto ai vaccini in commercio contro il coronavirus Sars-CoV-2.

Dall’analisi di oltre 140mila contenuti emerge come siano le notizie sull’andamento della distribuzione e sull’efficacia dei vaccini i temi maggiormente discussi e dunque quelli che hanno avuto un’influenza maggiore sulle opinioni maturate dagli italiani sui vaccini. Proprio la performance su queste due variabili ha infatti determinato una forte differenza nella reputazione dei singoli vaccini; il risultato è che, quando si guarda a una media del settore, solo 4 contenuti su 10 risultano positivi.

“L’atteggiamento e la fiducia degli italiani verso i vaccini – afferma Auro Palomba, presidente di Reputation Science – saranno determinanti per la capacità del nostro Paese di mettersi alle spalle il Covid il prima possibile. Purtroppo la gestione delle informazioni sui tempi della distribuzione e sull’efficacia ha contribuito in molti casi a generare perplessità e diffidenza. Adesso più che mai è necessario un cambio di passo adottando un approccio comunicativo puntuale e trasparente. Da questa scelta dipende la ripartenza del nostro Paese”.

“La conversazione online – riferisce Andrea Barchiesi, Ceo di Reputation Science – è polarizzata al momento su tre vaccini, Pfizer/BioNTech (48,8% del totale), AstraZeneca (21,1%) e Moderna (19,8%). Il 34% dei contenuti è negativo e legato a temi di distribuzione, efficacia e percorso di sperimentazione. La reputazione delle stesse aziende farmaceutiche ha un impatto importante sulla percezione dei vaccini prodotti (10,3%). Si registrano una forte componente ideologica e preoccupanti livelli di disinformazione che si innestano nelle tante sacche no-vax in rete. Non è un caso se nei social si concentra il maggior attrito nelle opinioni sui vaccini (37% negativo contro 36% positivo). Aziende e istituzioni – avverte – devono essere particolarmente attente nei riguardi di questo fenomeno, che è già in pieno sviluppo e può creare resistenza ai piani vaccinali, danneggiare la salute e ritardare l’uscita dalla crisi con tutto quelle che ovviamente ne consegue”.

Guardando alla distribuzione delle opinioni sui vaccini, il 41% dei contenuti evidenzia un atteggiamento positivo; il 26% risulta avere una posizione neutrale, mentre il 34% percepisce i vaccini in maniera esclusivamente negativa. Gli aspetti dei vaccini che hanno maggiormente determinato questi orientamenti sono stati, oltre alla distribuzione (con il 35% dei contenuti pubblicati) e all’efficacia (26,2% dei contenuti), considerazioni sulla casa farmaceutica (10,3%) e sui percorsi di sperimentazione (9,9%).

Tra gli eventi che hanno maggiormente impattato sulle positività, ritroviamo nella categoria ‘Efficacia’ l’approvazione da parte dell’Ema e dell’Aifa dei vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca; le notizie relative agli ottimi dati durante i trial di sicurezza ed efficacia dei vaccini Moderna e AstraZeneca del 94-95% e del 100% sulle forme gravi; le notizie riguardanti l’efficacia del vaccino Pfizer contro le varianti inglese e sudafricana del virus; i risultati positivi del vaccino ReiThera al termine della prima fase, mostrando una sicurezza e immunità del 92,5%. Nella categoria ‘Distribuzione’, l’arrivo del vaccino Sputnik, omologato in 16 Paesi, ritenuto “molto efficace”, secondo un’analisi dei test clinici pubblicata dalla rivista medica Lancet e validata da esperti internazionali indipendenti, e sicuro oltre il 90% contro le forme sintomatiche di Covid-19.

Per quanto riguarda i contenuti che hanno espresso un orientamento negativo, i più rilevanti sono collegati all’annuncio di Pfizer e AstraZeneca di ritardi nella distribuzione dei vaccini anti-Covid (categoria ‘Azienda’); ai casi di effetti allergici di un lotto del vaccino Moderna dopo la prima somministrazione in America, ai 23 decessi, in Norvegia, dopo la prima dose del vaccino Pfizer alle reazioni avverse in Italia, sempre al vaccino Pfizer (categoria ‘Effetti indesiderati’); ad articoli che riportano i ritardi sulla sperimentazione e consegna del vaccino Sanofi, spostata al 2022, e successivo abbandono della produzione del vaccino per scarsa efficacia nel trial nei soggetti anziani (categoria ‘Efficacia’).

Tra gli 8 i vaccini presi in considerazione (Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca, Sputnik V, Reithera, CureVac, Johnson&Johnson, Sanofi/Gsk), quello che ha raccolto più contenuti online è Pfizer/BioNTech, circa la metà sul totale (48,8%). Sul podio, sempre dal punto di vista volumetrico, seguono AstraZeneca (21,1%) e Moderna (19,8%). Inferiori al 4% le conversazioni sui restanti vaccini.

Il trend mostra la distribuzione dei contenuti nel tempo: nel complesso la discussione sui vaccini è costante, ma per alcuni in particolare si notano dei momenti in cui la frequenza di pubblicazione si fa più intensa. A inizio febbraio i volumi sembrano diminuire per tutti i vaccini.

Nell’ambito delle percezioni generate dai vaccini, è interessante notare come queste siano state influenzate anche dalla reputazione della casa farmaceutica a cui vengono riferiti; è il motivo per cui, ad esempio, Sanofi/Gsk ha generato contenuti e registrato un lieve aumento della reputazione, sebbene non abbia sviluppato un proprio vaccino, ma abbia messo a disposizione la propria struttura per produrre vaccini di altre case farmaceutiche.

La situazione cambia quasi completamente considerando i dati dal punto di vista qualitativo: il vaccino che registra il valore di impatto reputazionale migliore è Moderna, seguito da Sputnik. Pfizer invece è l’unico vaccino con reputazione negativa, mentre AstraZeneca registra un valore tendente allo zero a causa del sentiment fortemente contrastante.

Considerando infine l’apporto reputazionale dei vaccini nel loro complesso, ne risulta un valore positivo, ma analizzando il trend lungo il periodo temporale, si nota un andamento poco stabile: a una crescita iniziale, dovuta alle notizie sull’arrivo e sull’efficacia testata dei vaccini, segue una significativa decrescita a partire da metà gennaio per i ritardi degli approvvigionamenti e quindi delle somministrazioni. A partire dall’approvazione del vaccino di AstraZeneca in Italia da parte dell’Aifa si registra invece una nuova inversione della curva, in campo positivo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA