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Endometriosi, il laser è alternativo alla chirurgia?

Il Cannizzaro di Catania partecipa a uno studio multicentrico nazionale, in cui sono coinvolti altri 4 centri, per l’impiego della tecnica ablativa laser, in alternativa al cosiddetto “stripping”.

Di Redazione |

Trattare l’endometriosi con tecnologia laser, in chirurgia laparoscopica, riduce i danni alle ovaie e favorisce la conservazione della fertilità.

Sulla base di queste recenti evidenze cliniche, l’Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania partecipa a uno studio multicentrico nazionale in cui sono coinvolti altri 4 centri, per l’impiego della tecnica ablativa laser, in alternativa al cosiddetto “stripping”.

La tecnica d’elezione nella cura della cisti endometriosica, o endometrioma, una delle patologie ginecologiche più frequenti e comunemente associata a sintomi quali sterilità e dolore pelvico cronico, è considerata quella dell’asportazione completa della capsula cistica mediante “stripping” in laparoscopia. Ma negli ultimi anni la chirurgia escissionale è stata messa in discussione perché associata a potenziale rimozione di tessuto ovarico sano e perdita di follicoli, con conseguente riduzione della riserva ovarica; sono stati inoltre osservati peggiori risultati dalla fecondazione in vitro e una percentuale di menopausa precoce post-intervento del 2,4%.

La comunità scientifica internazionale si è quindi di recente indirizzata verso tecniche chirurgiche alternative, in particolare quelle ablative che sfruttano la tecnologia laser, al fine di minimizzare il danno sul tessuto ovarico sano sottostante, pur assicurando l’efficacia del trattamento. «La tecnica chirurgica – spiega il prof. Paolo Scollo, direttore dell’Uoc di Ostetricia e Ginecologia e del dipartimento Materno Infantile del Cannizzaro – consiste nella fenestrazione della cisti, seguita dall’aspirazione del liquido endocistico e dalla eversione della parete interna, e conseguente ablazione o vaporizzazione con laser della stessa che viene lasciata “in situ”, senza quindi l’asportazione completa della parete cistica dal tessuto ovarico sano. Prima dell’utilizzo del laser è necessario effettuare un’accurata esplorazione della capsula cistica ed una biopsia su di essa ai fini della conferma istologica della patologia».

Rispetto alla tecnica di stripping, tale approccio rende il trattamento più semplice, rapido ma soprattutto meno dannoso per il parenchima ovarico sano sottostante alla cisti. L’uso della tecnologia laser permette, inoltre, un’ablazione più controllata del tessuto endometriosico e di conseguenza un miglior risultato in termini di livello del patrimonio follicolare residuo.

Nella stessa Uoc è stato, inoltre, condotto un progetto per la diagnosi precoce di lesioni endometriosiche infiltranti a rischio di degenerazione neoplastica, volto anche a valutare il ruolo della endometriosi come causa del cancro ovarico, dal momento che le 2 patologie sono state descritte in associazione e le donne con endometriosi hanno un rischio più elevato di specifici sottotipi di cancro ovarico.

Il progetto, finanziato con fondi Psn, ha permesso di implementare percorsi diagnostico-assistenziali e di supporto per migliorare la vita delle donne affette da endometriosi e altre malattie croniche invalidanti della sfera uro-genitale (come vulvodinia e cistite interstiziale).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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