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E’ arrivata l’estate occhio ai nei sospetti

Di Giuseppe Bonaccorsi |

I tumori maligni della cute sono rappresentati dal melanoma, dal carcinoma basocellulare e da quello squamocellulare. L’esposizione solare continuata – soprattutto durante le ore solari centrali – costituisce il fattore di rischio più importante per lo sviluppo dei tumori. I dermatologi oggi spiegano che per esporsi al sole è necessario fare utilizzo di creme solari a alta protezione, soprattutto per i soggetti di carnagione molto chiara e con gli occhi chiari che vanno frequentemente incontro a scottature. Inoltre le ore di sole da evitare sono quelle che vanno dalle 11 alle 16 del pomeriggio. Altri fattori di rischio sono la predisposizione genetica, la familiarità, l’immunosoppressione (causata da alcuni farmaci o da alcune malattie).

Il carcinoma basocellulare ed lo squamocellulare, seppure meno gravi del melanoma, rappresentano le neoplasie maligne più comuni, ma sono più curabili. Negli ultimi anni invece l’incidenza del melanoma cutaneo è in continuo aumento anche in Sicilia, con un abbassamento dell’età media dei pazienti, ma questo dato è correlato anche con l’aumento delle «mappature». A Catania al centro di dermatologia del Policlinico, diretto dal prof. Giuseppe Micali, si è registrato un maggiore aumento di casi nei soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, per fortuna però con melanomi ancora superficiali, quindi facilmente trattabili anche se la guarigione totale si ha con l’asportazione chirurgica del nevo. Pur rappresentando soltanto il 4% di tutti i tumori maligni della cute, il melanoma è responsabile di oltre il 75% dei decessi (in Italia vi sono circa 8000 nuovi casi e 1900 morti l’anno). E’ quindi è il tumore principale della cute da sconfiggere attraverso la prevenzione e il controllo che può in primis essere fatto anche dallo stesso paziente attraverso un controllo periodico allo specchio dei nevi, facendo riferimento alla cosiddetta mappatura dell’«ABCDE». «A» come asimmetria (cioè nevo dai contorni non definiti e irregolari). «B» come bordi (Irregolari e frastagliati). «C» come colore (Variazione del colore in un neo dal rosa al rosso al nero). «D» come dimensioni (Un melanoma supera di norma i 6 mm). «E» come evoluzione (se il neo aumenta di dimensione e varia di colore in poco tempo). Inoltre altro sintomo può essere il sanguinamento.

Negli ultimi anni, l’introduzione di tecniche diagnostiche non invasive, quali la dermatoscopia e la microscopia laser confocale, ha permesso di incrementare la specificità della diagnosi dei tumori cutanei in stadio precoce. A Catania al centro del Policlinico hanno in dotazione un computer confocale, unico da Napoli in giù, che consente, al minimo dubbio, di controllare le cellule più profonde del neo che se modificate possono già essere un campanello d’allarme. Il microscopio confocale è una tecnologia non invasiva di recente introduzione che permette di esaminare la cute con ingrandimenti fino a 700X ed una risoluzione paragonabile a quella istologica. La dermatoscopia (o microscopia ad epiluminescenza) ha avuto invece un enorme impatto nella gestione dei tumori cutanei, aumentando l’accuratezza diagnostica del melanoma fino al 40% rispetto al solo esame clinico. Si tratta di una metodica diagnostica di rapida esecuzione che consente la visualizzazione di caratteri morfologici superficiali della cute, non altrimenti apprezzabili ad occhio nudo. Il dermatoscopio manuale è lo strumento più diffuso, soprattutto in virtù del suo basso costo e della sua maneggevolezza: esso consente tuttavia ingrandimenti massimi di 10x e non permette di memorizzare le immagini. Il videodermatoscopio invece si compone di una sonda ottica di piccole dimensioni ad obiettivi intercambiabili che permettono ingrandimenti fino a 1000x. Nei centri catanesi è possibile procedere a questa metodica, mediante una mappatura e un controllo approfondito dei nevi sospetti che andranno tenuti sotto controllo per decidere se asportarli prima che possano degenerare.

La dermatoscopia risulta fondamentale perché da anche la possibilità di archiviazione delle immagini ed è utile soprattutto in pazienti con numerose lesioni neviche dai caratteri borderline (per esempio pazienti con sindrome del nevo displastico) per i quali è sconveniente procedere alla loro escissione; una volta immagazzinate nel computer le immagini di tutte le lesioni di aspetto atipico, esse potranno essere monitorate nel tempo. Tale procedura è comunemente denominata “mappatura” dei nevi. Un imperativo categorico deve però passare nella testa di tutti i cittadini, soprattutto i giovani che anche in questa estate andranno incontro a scottature. Bisogna proteggere la nostra pelle il più possibile e ad ogni nevo che appare anomalo non rimandare una visita specialistica.

Dove farsi visitare

Reparto di dermatologia del Policlinico diretto dal prof. Micali si avvale dell’ausilio dei prof. Franco Dinotta e Francesco Lacarrubba, dei dott. Maria Rita Nasca, Maria Letizia Musumeci, Rosy Licastro, Giuseppa Rosolia, Alfredo Logatto. Più 12 specializzandi e borsisti. Dermatologia Garibaldi centro Responsabile: dott. Calcedonio Cannarozzo. Medici Salvatore Curatolo, Santa Daniela Massimino.

Dermatologia Ove. Responsabile il dott. Maurizio Pettinato. Il reparto effettua 7000 prestazioni all’anno , circa 500 di queste sono per problematiche riferite ai nevi. Al momento per le videodermatoscopie ci sono prenotazioni fino a maggio 2018. Dermatologia AspIl servizio di videodermatoscopia viene effettuato dalla dott. Costanza Gallone ogni giovedì dalle 8-14 presso il poliambulatorio San Luigi. Prenotazioni al centralino dell’ Asp.

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