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Paolo Pizzo, un campione catanese “vivo grazie alla ricerca”

Di Lorenzo Magrì |

In Italia in particolare oggi si guarisce di più, come testimoniano i dati che ci pongono al vertice in Europa: la sopravvivenza a cinque anni è aumentata rispetto ai casi diagnosticati nel quinquennio precedente sia per gli uomini (54% conro il 51%) che per le donne (63% contro il 60%). Un risultato importante ma intermedio. Per questo è necessario garantire continuità al lavoro dei ricercatori, per questo l’Airc sino a lunedì 13 chiama tutti a raccolta in Italia: c’è ancora molto da fare soprattutto per alcune forme tumorali, come alle ovaie, al pancreas e al polmone.

«Con la mia testimonianza e con il mio impegno – racconta Paolo Pizzo -voglio fare comprendere a tutti i malati di cancro che possono farcela grazie all’aiuto dell’Airc. La mia storia del resto deve essere da esempio per tutti gli ammalati di tumore. Ho avuto la fortuna di raccontare quello che mi è successo e di riprendere una vita normale e diventare anche doppio campione del mondo nella scherma, dopo il dramma che avevo vissuto a soli 13 anni quando mi era stato diagnosticato un tumore – fortunatamente benigno – al cervello».

«Ricordo quel periodo – dice ancora oggi emozionato Paolo Pizzo, che con Maurizio Nicita ha scritto anche un libro, “La stoccata vincente: come ho sconfitto il cancro e raggiunto il mio sogno” – quando mi tenevo la testa che scappava da tutte le parti, gli occhi si aprivano e si richiudevano vorticosamente. Restavo cosciente, ma non riuscivo a dominare il mio corpo, il capo soprattutto. Secondi lunghi come ore. Aspettavo che finisse, impotente. Qualcosa di oscuro mi stava prendendo a cazzotti. Quegli attacchi fortunatamente li ho vinti e dopo un intervento alla testa, grazie ai medici e ai benefici arrivati dalla ricerca, sono ritornato a una vita normale. Una storia che ho raccontato quando il 12 ottobre del 2011 ho vinto nella mia Catania il primo titolo mondiale (quest’anno si è ripetuto concedendo un magico bis a Lipsia ndr) e così sono stato avvicinato dall’Airc che mi ha proposto di diventare testimonial del progetto: ho accettato con slancio e grande entusiasmo, pronto a dare il contributo alla ricerca che può salvare ancora tante vite umane. Essere testimonial Airc, per me è stato come vincere una medaglia d’oro in pedana».

E lo sport ha avuto una grande importanza nella battaglia che ha dovuto compiere Paolino per ritornare alla normalità. «La scherma mi ha salvato – confessa – e anche una battaglia positiva lascia degli strascichi. Lo sport mi ha riportato la voglia di vivere, provando a non pensare a ciò che è successo oppure a una remota ricaduta: è una paura latente, un po’ irrazionale perché sono guarito al cento per cento. Certi pensieri mi capita di farli, magari quando è una giornata no. Ma li scaccio subito».

Così Paolo Pizzo, e con lui gli altri testimonial Airc, in questi anni continuano a vivere momenti di grande impegno. Fino a lunedì prossimo, infatti, continueranno i “Giorni della ricerca”, che mobilitano l’opinione pubblica per informare sui progressi della ricerca sul cancro e per raccogliere fondi per la ricerca.

«Non manco mai in primavera nella mia Sicilia – spiega Pizzo – quando vengono messe in vendita le arance per la raccolta fondi per l’Airc, come non sono mancato in questi giorni per promuovere la donazione di 10 euro con la quale sarà possibile sostenere il lavoro dei ricercatori e ricevere dai volontari Airc comprando una confezione di ottimi cioccolatini, che sono stati disponibili in oltre 900 piazze e che la prossima settimana potranno essere acquistati nelle filiali Ubi Banca».8

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