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Le Margherite speciali di Carmelo, campione di pizza freestyle: «Così supero l’handicap»

Di Laura Mendola |

Spigliato e sempre con il sorriso, Carmelo non nega il suo stato di salute e poi evidenzia: «Sono speciale ma so fare tante cose, vado anche a cavallo». Timido inizialmente cerca di nascondersi ma il suo cuore batte forte quando gli si chiede di preparare una pizza. «Come la vuoi? Te la preparo io», chiede perché sa che la sua passione è quella. Prende la pagnotta, pigia velocemente e poi con tanta concentrazione mette gli ingredienti. Un grande amore che gli ha fatto vincere il campionato europeo cadetti di pizza. Un gioco? «No – afferma con orgoglio il padre Daniele – è una passione travolgente. È lui che detta i tempi di lavorazione dell’impasto, sta lì davanti al forno in pietra e verifica la cottura».

La sindrome di Down non spezza i sogni di Carmelo: «Da grande voglio fare il pizzaiolo e già mi sto allenando». Non sa leggere Carmelo né scrivere, ma quando indossa pantaloni e camicia e lì pronto a ricevere i clienti, a farli accomodare e prende le comande. Ovviamente non le trascrive nel block notes ma le memorizza velocemente e se qualcosa dovesse sfuggirgli di mente torna indietro, e chiede. Una mascotte per dire forte che la disabilità non è un ostacolo per la società.

Un cammino in salita per la famiglia Palumbo che vive nel piccolo centro nisseno e da qualche anno a questa parte ha un solo motto: «Far comprendere a tutti che i ragazzi Down hanno grandi capacità».

Poco più di 1.500 anime, a Butera, tre adulti affetti dalla sindrome e poi c’è Carmelo che ha rotto gli schemi e i piani della madre Emanuela Di Martino. Lei, ancora giovanissima, si è innamorata di Daniele Palumbo, il padre dello speciale pizzaiolo. «Ero giovane e ho posto una condizione: se ci dobbiamo sposare devi lasciare il lavoro di pizzaiolo. A me la pizza non piace tanto e poi voglio averti la sera accanto». Una promessa, da rispettare, prima del fatidico “sì” giunto quando Carmelo era ormai in grembo. Il primo vagito, una vita rivoluzionata e qualche settimana dopo la diagnosi della sindrome di Down. Un fulmine per la giovane Emanuela Di Martino che aveva solo 24 anni, un forte abbraccio al suo piccolo Carmelo da parte di papà Daniele e una promessa: «Starai sempre con me». Un patto d’amore sancito tra padre e figlio.

Alle 15 in punto il pizzaiolo speciale scatta dal divano, non importa se in tv c’è “Sam il pompiere” o “Peppa Pig”, il dovere lo chiama: «Papà andiamo ad impastare». Un comando che racchiude la sua voglia di mettersi in gioco, di abbattere gli schemi della disabilità, le barriere architettoniche mentali. I segreti del mestiere? Li tiene per sé, afferma solo che per fare una buona pizza servono farina, acqua e sale. Facile da dire, è vero, ma poi come impastarla e quanto tempo ci vuole sono un tabù, o meglio «un segreto mio e di mio padre».

Insomma Carmelo a 11 anni già sa che non si deve fare rubare il lavoro. Davanti al forno in pietra trascorre le sue ore e quando è stanco vede “Pippi Calzelunghe” sul tablet tant’è che il suo primo cavallo lo ha chiamato Alfonso, come nella prima serie televisiva. Ora però c’è Lucia, la cavalla che Carmelo accudisce come una componente di famiglia. «Io voglio una sorella – dice con fermezza – si chiamerà Sara, no la chiamo Anna Chiara, io compro il latte e i vestiti». Perché lui nel suo salvadanaio ha un bel po’ di soldini «che servono per aprirmi una pizzeria». Un gruzzoletto da tenere gelosamente e, con gli occhi dolci di un bimbo che non può fare del male guarda Francesco, il fratello minore: «A te un regalino lo faccio». Se da una parte protegge il fratello dall’altro cerca anche di spronarlo: «Devi mangiare meno».

E come fare quando a casa c’è un fratello speciale che prepara le pizze e gliele fa assaggiare? Aneddoti e storie su Carmelo ce ne sono tante, anche qualche scaramuccia ricevuta da qualche compagnetto. Ma a lui non importa, guarda avanti e abbraccia tutti non nascondendo che ha una fidanzata. «Non pensavo di dover convivere con due pizzaioli – afferma la mamma – Carmelo ha stravolto la nostra vita, ma in meglio. La pasta già pronta per essere infornata l’ha maneggiata quando aveva ancora sette mesi e giocava». Il gioco però travolge «così è diventato il re della pizza napoletana a Nocera superiore lo scorso anno».

Lui, pizzaiolo speciale, vincitore nella patria della Margherita ed ora anche a livello europeo perché ad Augusta ha preparato la sua opera d’arte. «Carmelo è un bimbo che strappa il cuore – racconta con orgoglio Emanuela Di Martino – ma ha anche fatto comprendere che non è una sindrome a non permettergli di sognare, che non è la disabilità a bloccare il suo futuro». «Il nostro obiettivo – prosegue il padre Daniele Palumbo – è quello di far comprendere che non ci si deve scoraggiare dinnanzi alla disabilità, anzi bisogna trovare le capacità che ciascun ragazzo ha e farle emergere. Noi abbiamo fatto tanti sacrifici, è vero. Tutto il resto lo sta facendo Carmelo e la sua voglia di continuare in questo cammino».

Lui, 11 anni, fa girare velocemente la pizza per il freestyle mentre il brano Merry Christmas è di sottofondo. La lancia, la prende al volo e corre in cucina, davanti al forno. È lì il riscatto di un pizzaiolo speciale che a 11 anni si prepara a prendere parte alla gara mondiale di pizza.

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