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Roberto, le spezie e la chance di lavoro trovata alle falde dell’Etna

Di Samantha Viva |

Catania – Sari è una giovane realtà agricola, specializzata nella coltivazione di piante aromatiche, spezie. Roberto Carbone, giovane imprenditore, che ha investito tutto in questo ambizioso progetto, partendo dal nulla, ci racconta la filosofia della sua azienda: «Oltre alle spezie puntiamo anche sulle confetture, la filosofia dell’azienda, nel realizzarle, è quella di abbinare sempre ad un frutto una delle nostre spezie. Al momento abbiamo prodotto la confettura di peperoni e peperoncino e la confettura di mele “cola” e rosmarino. La mela “cola” è una varietà antica ed autoctona dell’Etna. Anticamente sull’Etna le varietà coltivate erano 18, oggi di queste 18 sono solo 4 quelle coltivate (anche se in piccola scala), fra cui la mela cola. Purtroppo la Gdo e il consumatore comune non accetta questa varietà a causa della sua piccola pezzatura, preferendo varietà con pezzature più grandi. Noi di Sari abbiamo deciso di riproporla, trasformandola e aggiungendo la dolcezza del rosmarino, rendendo il prodotto unico ed innovativo. Per quanto riguarda le spezie, abbiamo deciso di coltivare solo piante presenti nella nostra macchia mediterranea».

La piccola azienda, alle falde dell’Etna, è un gioiello nato letteralmente dalle pietre, il nome stesso dell’azienda richiama la voce dialettale del catanese antico “sari” (dal latino “xaras”), per indicare i sassi di pietra lavica. Quali sono le caratteristiche che non possono mancare in un’azienda come questa? Per il suo proprietario, al primo posto, oltre alla competenza, c’è l’attenzione per i dettagli: «Caratteristica fondamentale per ottenere prodotti di qualità. Per far questo però è necessario uno studio relativamente a quelle che sono le tecniche di produzione, la gestione aziendale e il design. La passione per il lavoro che si svolge è necessaria per portare avanti qualsiasi attività, ma credo anche che, nel nostro caso, la terra trasmetta degli ideali di umiltà e di forza che ci permettono di lavorare sempre meglio».

Oltre alle conoscenze tecniche, sono fondamentali le collaborazioni con organismi di tutela ambientale, ad esempio, nei prossimi giorni ci sarà un evento legato alla pulizia delle aree vicino all’azienda, sporcate dai rifiuti e dove gravitano anche discariche abusive, pur essendo nel Parco dell’Etna, in collaborazione con Legambiente, oltre alla valorizzazione di prodotti di nicchia ed in via d’estinzione, grazie alla filiera Slow Food.

Partendo dal contesto locale, Carbone, che può contare sull’entusiasmo dei suoi genitori ma anche di alcuni amici, comincia a muovere i primi passi verso il mercato italiano ed europeo, anche se non mancano le difficoltà: «In primis una burocrazia lunga e contorta, ma la passione di mandare avanti questo progetto mi ha dato la forza per proseguire lungo il cammino desiderato. A distanza di poco più di un anno di attività le soddisfazioni sono state tante, i complimenti da parte dei consumatori pure. Lo scorso mese a Londra, probabilmente la soddisfazione più grande». Infatti il giovane imprenditore è appena ritornato da uno degli eventi più importanti a livello europeo, il SicilyFest, che ogni anno, a fine maggio, mette in contatto con il pubblico londinese, e non solo, le realtà d’eccellenza italiane. «Il SicilyFest è stato il primo vero trampolino di lancio – racconta orgoglioso Carbone – la nostra prima uscita ufficiale. Farla in una città come Londra, appassionata di cibo italiano (ancora meglio se siciliano) e disposta all’acquisto, per noi è stato ancora più gratificante. L’esperienza ci ha portato ad ottenere alcuni contatti con ristoratori locali e nuovi clienti esteri. Oltre ai nostri prodotti, abbiamo portato i sassi dell’Etna, per spiegare le nostre origini. I clienti rimanevano attratti dalla semplice bellezza della roccia vulcanica».

Insomma, scommettere su se stessi e sulla terra, sembra la chiave vincente per fare imprenditoria in Sicilia, anche se si è giovani, a tal proposito, ecco un consiglio per invogliare i giovani che intendono intraprendere questo percorso: «Oggi viviamo in un’ epoca in cui il lavoro bisogna inventarselo, o nel mio specifico caso, forse fortunatamente per me, bisogna studiare ciò che già in passato è stato compiuto dai nostri avi. Sulla base di questo, bisogna continuare a studiare e capire quali sono stati i loro errori, in maniera tale da non commetterli nuovamente. Successivamente bisogna di nuovo studiare per capire come potenziare ciò che di buono il passato ci ha lasciati. Non so se si è capito, ma studiare è fondamentale. Se avete un’idea, portatela avanti a qualsiasi costo. Non spaventatevi degli errori, quelli fanno parte del vostro percorso. Tenacia, passione e voglia di fare bene, non devono mai mancare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA