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Addio alla divisa di hostess per dedicarsi al figlio: e così Alba è diventata eco-mamma e imprenditrice

Di Maria Ausilia Boemi |

Galeotta fu la maternità innestata su una sensibilità ecologista che il diventare mamma ha acutizzato: ecco cosa ha spinto la 29enne siciliana Alba Augugliaro ad appendere al chiodo – senza rimpianti – la divisa da assistente di volo per trasformarsi in una imprenditrice col suo e-commerce di prodotti doppiamente eco (ecologicamente ed economicamente) sostenibili per l’infanzia e la cura della persona e della casa. Un e-commerce ereditato da un’amica che Alba Augugliaro ha incrementato, facendosi non semplice venditrice ma esempio di un modo più consapevole e rispettoso del Pianeta di vivere la maternità e la vita in genere.

Alba Augugliaro è di Buseto Palizzolo, paesino di campagna del Trapanese. Diplomata perito turistico, ha lavorato in hotel prima a Trapani e poi a Roma. «In seguito sono entrata in Ryanair come assistente di volo, ho vissuto a Londra un paio di anni, poi ho avuto il trasferimento a Catania e quindi a Trapani, dove ho sposato un amico di infanzia».

Quasi 4 anni fa (il piccolo Salvatore compie 4 anni il prossimo settembre) Alba è diventata mamma e non è più rientrata al lavoro in Ryanair: «Con la maternità – spiega – ho capito che i ritmi e il lavoro precedenti non mi avrebbero permesso di essere la mamma che volevo diventare. In balia di possibili ritardi improvvisi, non mi sarei sentita tranquilla e non volevo in ogni caso perdermi le tappe importanti della crescita di mio figlio e ho deciso di lasciare il lavoro».

Alla giovane mamma si presenta poi due anni e mezzo fa l’opportunità di rilevare da un’amica che si stava trasferendo all’estero l’e-commerce attraverso il quale Alba Augugliaro aveva già scoperto molti prodotti eco. «Ho aperto la partita Iva, ho creato un magazzino nella mia casa d’infanzia e ho rilevato l’e-commerce per proporre i prodotti che avevo conosciuto con l’arrivo di mio figlio e che io per prima utilizzo per lui e per me, perché prima non sapevo neanche che esistessero i pannolini lavabili e non ero così sensibile alle tematiche dell’eco-sostenibilità. L’e-commerce è quindi nato da una motivazione personale che volevo condividere con gli altri, diffondendo informazioni corrette».

E-commerce e informazione, quindi, su pannolini lavabili, assorbenti o coppette mestruali per le donne, creme solari con filtri fisici anziché chimici, cosmesi eco-bio, tinture vegetali per capelli, detergenti per la pulizia della casa, borracce ecologiche in acciaio, cannucce riutilizzabili, per fare qualche esempio: tutti prodotti che consentono di produrre meno rifiuti, quindi ecologici, ma anche economicamente convenienti. «Questi prodotti consentono infatti di risparmiare tantissimo: una famiglia con i pannolini usa e getta spende circa 3.000 euro l’anno per un solo figlio, con quelli lavabili spende invece 250-300 euro per tutti i figli che avrà nel tempo, perché li riutilizza per ciascuno di loro. E usarli è semplicissimo: si utilizzano, si buttano in lavatrice con gli altri indumenti, si lavano e si stendono. Stesso discorso per gli assorbenti lavabili e le coppette mestruali, soluzioni anch’esse molto eco (ecologiche ed economiche) perché ad esempio una coppetta che costa meno di 20 euro si usa per 10 anni».

Ma ciò a cui Alba Augugliaro tiene di più è non essere considerata soltanto una venditrice: «Mi piace fare passare il messaggio che c’è una famiglia dietro all’e-commerce, una persona che per prima utilizza questi prodotti e che è pronta a dare consigli mirati a seconda delle esigenze di ciascuno».

Tanto da essere diventata anche consulente per il babywearing, le tecniche corrette per portare in fascia i bambini. «Pure questo è un argomento molto importante per me: il rispetto del bambino, della sua fisiologia, dei suoi tempi, del suo sviluppo. Sia l’adulto che porta sia il bambino che viene portato devono assumere posizioni che non facciano male alla colonna vertebrale: esistono infatti tantissimi tipi di legature e di supporti e non è così semplice reperire informazioni in proposito. Io stessa, se non fossi andata a cercare su internet quando sono diventata mamma, non sarei arrivata ad avere questo tipo di conoscenza. Il mio intento è fare arrivare, prima di quanto abbia fatto io, le persone ad essere informate per decidere con maggiore consapevolezza il tipo di maternage che si vuole avere con i propri figli».

E l’argomento, anche in un’Italia dalle culle desolatamente vuote, piace: «La maggior parte della clientela è delle regioni del Nord perché lì conoscono meglio questi prodotti. Ma mi sto impegnando per diffonderli anche qua e, complice la quarantena, ho fatto diverse dirette video e incontri online: ed è bello perché con i clienti si crea un rapporto di amicizia. E in questi due anni e mezzo i clienti siciliani sono aumentati».

L’obiettivo resta ovviamente crescere sempre di più «per avere una vita più serena anch’io, perché essere imprenditrice al giorno d’oggi è impegnativo. Il mio sogno, in parte realizzato, è avere un’attività mia, essere appassionata delle cose che tratto – perché non riuscirei mai a vendere una cosa che non apprezzo – e soprattutto diffondere il più possibile la cultura della riduzione dei rifiuti, piaga gravissima per tutto il Pianeta».

Ovviamente, nessun rimpianto per questa giovane mamma: ogni minuto passato col piccolo Salvatore surclassa persino il fascino di Londra. «Non mi sono mai pentita di essere tornata in Sicilia, anche perché sin da ragazzina volevo sì viaggiare e sono contentissima di averlo fatto e di avere abitato fuori dalla mia Isola per alcuni anni, ma il mio intento è sempre stato quello di tornare un giorno e mettere radici nella mia terra. Con la Sicilia ho un legame così forte che non sarei riuscita a vivere tutta la mia vita lontana. Per me era molto importante tornare e fare crescere mio figlio qua, con tutti i pregi e i difetti che caratterizzano la nostra terra».

Pregi, appunto, ma anche difetti purtroppo: «Sicuramente in Sicilia c’è un problema di mentalità, ma non credo sia questa la difficoltà principale. Manca piuttosto consapevolezza delle potenzialità, delle possibilità che questo territorio ci offre e che noi non riusciamo a valorizzare».

E con un’attività online gestibile da qualsiasi posto del mondo (basta un computer e un magazzino), «l’unica lieve penalizzazione di operare dalla Sicilia sono i tempi di spedizione un po’ più lunghi. Posso però dire che i clienti che ci scelgono non hanno questo problema».

Da mamma, la maggiore difficoltà riscontrata è quella comune a tutte le madri di «conciliare figlio e lavoro, la vita di mamma con quella di imprenditrice senza togliere troppo all’una o all’altra». Lavorare da casa, certo, agevola: «La cosa bella è che si ha flessibilità e se ci si organizza si riesce a fare tutto senza troppi sforzi. L’importante è prendere il ritmo e non colpevolizzarsi troppo se non si riesce ad essere supereroine». Di contro, per Alba Augugliaro «la soddisfazione più grande è essere riuscita a fare diventare qualcosa che mi piace tanto il mio lavoro e allo stesso tempo potere essere il tipo di genitore che desideravo».

E infine, da mamma attenta, un consiglio ai giovani: «Dico loro di non mettere da parte i sogni e le sensazioni, di seguire le proprie ambizioni e i propri desideri, ovviamente per quanto è nelle proprie capacità e possibilità, e di non darsi mai per vinti. Nel mio caso, per esempio, mi hanno chiamata pazza quando ho aperto la partita Iva in questo periodo storico particolare. Ma nella vita bisogna essere determinati: se una cosa ci sentiamo che potrebbe andare bene, perché non dovrebbe? E consiglio anche di fare esperienze fuori, ma di trovare poi anche il modo per tornare nella nostra bella Isola». Magari per impegnarsi a renderla ancora migliore.

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