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Da San Cataldo a Cleveland: le quattro vite di miss “Make Up Delight”

Di Laura Compagnino |

Quando l’amore cambia la vita. Potrebbe essere questo il titolo della storia di Giuliana Arcarese, miss “MaKe Up Delight”, come è conosciuta da oltre un milione di persone sui social. Perché quella che oggi sembra una favola contemporanea, è iniziata con un colpo di fulmine ma si è realizzata grazie all’incrollabile forza di volontà e all’inesauribile impegno di questa 45enne originaria di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Giuliana Arcarese oggi vive a Cleveland in Ohio, dopo aver girato per gli Stati Uniti e per l’Italia, assieme al marito Brian e ai figli Joseph e Jacob. Segni particolari: bellissima, come sa esserlo una donna che non si vergogna di mostrarsi senza filtri sui social come nella vita.

Una star della rete che ancora si emoziona rievocando quella sliding door, quell’evento inaspettato che ha cambiato la sua vita.

«Dopo il liceo linguistico a Caltanissetta – dice – mi sono trasferita a Catania per frequentare la facoltà di Scienze Politiche. Come tutti gli universitari dell’epoca, gironzolavo per il centro e meta fissa era la Collegiata. Una sera, appena entrata, ho visto da lontano questo ragazzo alto. Mi colpì moltissimo tanto da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso, ma non dissi una parola».

Nelle settimane successive, Giuliana aveva continuato a pensare a quel giovane di cui non sapeva neanche il nome. «Sospettavo che non fosse italiano ma nulla di più – aggiunge – e un po’ mi rammaricai per il mio silenzio. Poi per caso lo rividi in un locale, lui si avvicinò per parlare e da lì è partito tutto».

All’inizio Brian, americano dell’Ohio e allora soldato di stanza alla base Nato di Sigonella, era restio ad avere una relazione seria ma non seppe resistere a un sentimento tanto travolgente da farli convolare a nozze, lei 22enne e lui 23 enne, in meno di un anno da quell’incontro. «Ci siamo sposati negli Stati Uniti e poi in Sicilia – ricorda Giuliana – e i primi anni sono stati davvero duri, però ci amavamo e questo ci bastava».

Di soldi in casa ce n’erano pochi, perché lo stipendio di Brian, allora soldato semplice, non era granché. «Raccoglievamo una ad una le monetine per comprare un hamburger al fast food – dice Giuliana – e per contribuire alle spese domestiche mi sono rimboccata le maniche, facendo mille lavori».

Il primo impiego è stato quello di consegnare giornali in Virginia. Alle 2 del mattino Giuliana caricava in macchina le copie dei quotidiani per poi distribuirle nelle case e dentro le colonnine in strada. «In poco tempo – ricorda- sono diventata una maestra del lancio del quotidiano esattamente quello che si vede nei film, centravo perfettamente il bersaglio tranne la domenica perché il giornale pesava più di un kg per i gadget allegati».

Gli impieghi successivi sono stati dei più vari, da addetta alle pulizie nelle case a segretaria sino a quello più inatteso: arruolarsi nell’esercito americano. «Quando vivevo in Italia non era comune che una donna indossasse la divisa, io la vedevo come un’opportunità mancata – commenta – e poi ero e sono grata agli States che mi hanno accolta e dato tanto, mi sembrava giusto ricambiare in questo modo».

Per uno straniero è possibile far parte dell’esercito americano, purché sia in possesso della green card e accetti di essere destinato a specifiche sezioni per motivi di sicurezza nazionale. All’Arcarese toccò l’aeronautica. L’addestramento fu simile a quello che si vede nei film americani, duro, finalizzato a selezionare solo chi era realmente motivato. «Chiamavo mio marito e piangevo», dice la donna che come primo incarico fu adibita a un servizio abbastanza inconsueto. «Ero addetta ad accogliere le salme dei soldati uccisi all’estero – ricorda – corpi che arrivavano nelle stesse condizioni in cui erano al momento del decesso, senza alcuna ricomposizione. All’inizio l’impressione fu enorme, poi mi ero abituata, mi sembrava un modo per ridare decoro a chi aveva perso la propria vita in maniera violenta».

L’esperienza militare terminò con la scadenza del contratto e la scoperta della gravidanza e la nascita dei due figli, Jospeh e Jacob. Giuliana si prese una pausa per dedicarsi a loro; durante questo periodo, lesse un annuncio su un giornale in cui si parlava di un corso per make up artist e subito decise di iscriversi. «Mi lanciai – dice – in quest’avventura facendo salti mortali perché ancora allattavo e senza saperlo, da lì è partita la mia nuova vita».

Sarà che questo era il destino di questa donna, sarà che in fondo nulla accade mai per caso, di lì a poco, sfogliando la rivista Elle, Giuliana fu colpita da un servizio su queste ragazze che facevano video tutorial su Youtube. «Pensai che avrei potuto farlo pure io, dato che ero per tanto tempo a casa – ricorda – non avevo idea di come si facesse, come si montasse un video, lo giravo e lo pubblicavo senza tagli. Ero ancora un po’ imbranata ma diretta, schietta, senza artifici. E forse questo è stato, ed è tutt’ora, il segreto del mio successo».

Un successo che oggi si quantifica in più di un milione di persone che la seguono, fra Instagram, Facebook e Youtube. Da un articolo della rivista Elle le è venuta voglia di sperimentare un nuovo lavoro e sulla rivista Elle, Giuliana è stata celebrata come fenomeno di costume. Eppure questi numeri non le hanno dato alla testa, la notorietà non le ha tolto neanche un pizzico di spontaneità. Non nasconde il suo italiano marcato da un accento dialettale, né si vergogna di mostrarsi in pigiama senza trucco sui social. Con estrema sincerità ammette di essersi emozionata quando è stata invitata alla Casa Bianca, durante la presidenza Obama. «Quando Michelle ha dato le caramelle ai miei figli – dice – non ci potevo credere, mi sembrava incredibile, ero euforica come una ragazzina».

Dopo aver girato in lungo e in largo gli States, la famiglia si è trasferita in Ohio, terra natale del marito. «Brian ha ricoperto vari ruoli nell’esercito, diventando anche ufficiale per poi andare a lavorare per il Pentagono – dice – ma oggi si è congedato e si occupa di consulenze per il governo americano. Questo ci ha consentito di progettare una vita e una casa che fossero stabili nel tempo, senza dover pensare a continui traslochi. Allora ho proposto di stabilirci vicino casa dei suoi genitori a Cleveland, in una dimensione più a misura d’uomo e in mezzo alla natura».

Della villa in mezzo ai boschi in cui abitano oggi, Giuliana ha raccontato tutto sui social, dalla posa delle fondamenta alla scelta delle finestre. E intanto ha mandato avanti la sua nuova attività, quella di imprenditrice nel settore dei cosmetici. «Ho lanciato la mia linea di make up – racconta – in collaborazione con un’azienda italiana, perché volevo associare il mio nome a prodotti che fossero di alto livello». La scelta del brand rispecchia il carattere della donna; fra i lip mousse uno è di grande successo, quello rosso fuoco non a caso chiamato “Lava”, perché della sua terra ha grande nostalgia. Con candore confessa che sente molto la lontananza dalla Sicilia. «A causa della pandemia – dice – sono costretta a non poter programmare un viaggio. Il mio desiderio è di poter tornare a casa. Sogno di mangiare una brioche col gelato, per riassaporare quel gusto che ha fatto e farà parte per sempre di me».

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