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La stilista globetrotter: «Il mondo nei tessuti»

Di Omar Gelsomino |

Sostenibilità. Questo è il leit motiv della fashion designer trapanese Manuela Catania. Insegnando interior design nelle più prestigiose università del mondo trae continua ispirazione da tutto ciò che la circonda.

«Sono sempre stata innamorata del mondo della moda e del gioiello, mio padre era un orafo-gemmologo e mi ha trasmesso l’arte del fare a mano, l’equilibrio del colore nelle pietre preziose e l’eleganza della forma dell’oro e dell’argento. Nel 2007 il sogno di dedicarmi alla moda e al gioiello diventa realtà, stavo ultimando gli studi in Architettura a Palermo e prima della laurea partecipando ad un concorso ho vinto la borsa di studio per il master in Accessories and Jewellery Design in Domus Academy, mi sono trasferita a Milano iniziando il mio viaggio che mi ha portata fin qui. Ho studiato Fashion Design e Fashion System all’Istituto Europeo di Design, ho creato una collezione di gioielli in vetro di Murano e materiale riciclato, è arrivata la partecipazione al Fuorisalone durante la Milan Design Week e varie exhibitions che sempre più mi legavano al mondo fashion, alla ricerca di tessuti e materiali che raccontassero le mie emozioni».

Per Manuela Catania viaggiare in giro per il mondo è importante per assorbirne le influenze. «Il mondo è la mia più grande ispirazione, entrare in contatto con le culture, vestirmi e vivere come una “local” alimenta la mia creatività. Influenze per me sono energie positive che scorrono dentro fino a toccare la mia anima, in questi anni in giro per il mondo ho scoperto nuovi lati di me stessa. Le mie ispirazioni principali sono osservare la città e i suoi abitanti, i suoi ritmi, immergermi nei colori e nei tessuti della Malesia e dell’India, lavorare con gli studenti, camminare a piedi nudi alle prime ore del mattino nel deserto di Dubai e lasciarsi catturare da odori e colori di questo magico Paese, trascorrere giornate nella giungla di Bali immersa nella natura tropicale, osservare le donne indonesiane che il sabato mattina camminano con eleganza e devozione verso il tempio di Ubud per le benedizioni, lasciarsi inondare dalla luce mutevole dei tramonti di Uluwatu. L’India è uno dei Paesi che mi ha avvolta con il fascino del colore e dei vestiti tradizionali, amo indossare il Sari, l’abito tipico indiano e mi piace portare queste magiche influenze nella mia quotidianità che sia Hong Kong o in Italia».

Già, proprio l’Oriente è la sua seconda casa. «La prima esperienza in Oriente risale al 2012, ero stata in Brasile e mi offrono la docenza di Fashion Design alla Esmod University di Kuala Lumpur, in Malesia. Un mondo nuovo, un mix di odori, colori e tradizioni che hanno avvolto la mia quotidianità. Due anni dopo mi sposto a Dubai, occupandomi di Luxury Hospitality Design, un’esperienza interessantissima nel mondo dell’Interior e tessile medio-orientale. Nel 2015 ritorno in Oriente, mi fermo alcuni mesi a Shenzhen per insegnare moda, un’esperienza in Cina forte e intensa, nello stesso anno arriva Hong Kong dove insegno Fashion Design, Fashion Marketing e Interior Design presso il Raffles Design Institute. A Hong Kong ho coordinato e insegnato Interior Design e un corso online su Sustainable Fashion Design in collaborazione con The Hong Kong University of Science and Technology, una sfida sostenibile sul futuro della moda. Anche durante la pandemia la mia quotidianità rimane legata all’Oriente insegnando online durante la notte e coordinando workskop sull’isolamento creativo e sostenibile. Dal 2020 sono Visiting Academy nel corso di Interior Design presso la University of Saint Joseph di Macao, esperienza bellissima che mi ha aperto una nuova visione dell’Asia, quel mix di influenze portoghesi e cinesi uniche al mondo».

Manuela Catania sta lavorando al progetto di Farm Cultural Park curando il Padiglione Honk Kong. «A Favara sto vivendo una delle avventure più creative in assoluto, dove le emozioni si amplificano e si moltiplicano. Sono ospite in residenza a Farm da gennaio 2021 e sto curando il Padiglione Hong Kong per la Biennale Countless Cities 2021 – People Live Here – A More Human Approach. All’interno del Padiglione Hong Kong lavoro con tessuti riciclati, sacchetti di plastica, unisco moda e architettura, texture, colori e ricordi. Racconto Hong Kong attraverso la moda, il futuro attraverso la sostenibilità e le emozioni attraverso la luce. Sono molto grata ad Andrea Bartoli e Florinda Saieva, fondatori del Farm Cultural Park, per questa opportunità. Il padiglione ospiterà diverse Università di Hong Kong, un fotografo che racconterà la protesta politica. Si parlerà di una Hong Kong legata al cibo e alle spezie fino a quella visionaria tra Urban Design e Sustainable Fashion. Un padiglione che avvolge i sensi, invita a riconnettersi con la propria anima».

Manuela Catania ci spiega l’importanza del Made in Italy e del suo valore. «Credo che il futuro sia già adesso dove arte e artigianato stanno entrando sempre più nel vocabolario moda. Fare a mano e riscoprire le arti dei luoghi. Essere sostenibile e usare ciò che abbiamo già. La vendita online è un grande supporto per il prodotto italiano, bisogna puntare sulla comunicazione, sulla vendita delle storie di artigianato locale, di unicità del prodotto. Il Made in Italy ha un’anima eterna che può solo accrescere le sue origini artigianali».

Nonostante giri il mondo il legame con la sua terra è ben saldo. «La Sicilia è nel mio cuore sempre, il vento e la luce entrano nel mio approccio al mondo del design. L’uso dei tessuti, del non finito e soprattutto del Barocco, quel senso di densità e volume, l’uso dei fiori, il decoro che diventa struttura nel mio universo di colore e fili». Prima di congedarsi ci svela i suoi progetti futuri. «Sono in attesa di prendere il volo per Hong Kong per ultimare alcuni progetti e trasferirmi in India dove al momento sono Dean od Academics di IDeAWorlwide College of Design a Bangalore. Voglio esplorare la cultura e l’artigianalità per creare una mia collezione di gioielli tra India e Italia. Desidero attivare “bridges” accademici tra gli studenti Indiani e Italiani. Nel mio futuro sogno Bali, immersa nella natura di Ubud, prendermi cura dei bambini della Children’s House, creare una scuola di moda e insegnare fashion e design sostenibile ispirato dall’artigianato locale, accogliere artisti da tutto il mondo con l’intento di condividere e crescere in un mondo che è già cambiato ma che sta offrendo nuove opportunità per generare più umanità e spiritualità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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