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Solarium a Calarossa, l’ira degli ambientalisti: «Non privatizzate tutto»

Di Seby Spicuglia |

SIRACUSA – Quel solarium non piace agli ambientalisti, la sua costruzione futura nell’area della spiaggetta di Calarossa ad Ortigia rischierebbe di risultare come un dito nell’occhio della natura semi-incontaminata (alla spiaggia si accede già tramite una scaletta che dal livello della strada scende fino alla sabbia) e il canone che il privato che gestirebbe il solarium dovrebbe pagare al Comune di Siracusa suonerebbe ridicolo: appena 3.500 euro all’anno fino al 2020. Tanto basta perché il coordinamento di oltre 40 associazioni riunite sotto il nome “Sos Siracusa” saltino su e decidano di alzare le barricate intorno alla fetta di costa ortigiana che da anni costituisce un approdo gratuito e naturale per cittadini e turisti.

Gli ambientalisti specificano che la loro opposizione non sarebbe talebana e assoluta nei confronti di iniziative di costruzione di solarium pubblici, perché in altere occasioni – Due Frati, Borgata, Pilicedda e il poco distante Forte Vigliena – le pedane che accolgono bagnanti e turisti hanno costituito la possibilità di rivalutare zone della città altrimenti tagliate fuori da ogni tentativo di riqualificazione.

Ma nel caso di Calarossa pare proprio che si sia trattato della tipica goccia che fa traboccare il vaso: Non si può privatizzare tutto – lamenta Fabio Morreale, presidente di “Natura Sicula” – perché la fruizione ad Ortigia deve restare libera. Si rischia il sovrappopolamento della parte di spiaggia che verrà privatizzata. Ma non solo: qui si tratta di svendere i nostri beni per soli 3.500 euro all’anno».

La struttura che dovrebbe sorgere a Calarossa non influirebbe, secondo Sos Siracusa, soltanto sull’aspetto paesaggistico del luogo: «non sarebbe il solarium a servizio della spiaggia, ma il contrario – prevede Carlo Gradenigo, componente del coordinamento delle associazioni – C’è già da tempo una scala che rende la spiaggia fruibile a chiunque. Ci sono docce pubbliche. Non vedo cosa serva di più».

Il rischio sarebbe anche di «influire negativamente sull’economia di prossimità: a 10 metri c’è una bottega che vende prodotti tipici. Nella direzione opposta una piadineria, o un hotel dove alloggiare. Perché dobbiamo distogliere l’economia dai produttori locali e metterla nelle mani di un unico gestore?»

Insomma, secondo “Sos Siracusa” una sorta di turbativa possibile di quell’economia locale che si basa sugli investimenti degli stessi siracusani e che potrebbe risentire della nuova attività anche messa in circolo dal solarium di Calarossa «e tutto al costo irrisorio di 3mila e 500 euro all’anno» conclude Gradenigo. La spiaggetta di Calarossa già in passato si era trovata al centro di polemiche simili, e proprio in relazione alla possibile costruzione di un solarium. Le associazioni ambientaliste nel 2016 avevano anche aperto una raccolta firme che nel giro di pochi giorni aveva superato le 2 mila unità. Adesso “Sos Siracusa” annuncia una battaglia senza esclusione di mezzi legali, e per questo lancia un appello ai siracusani perché si oppongano alla costruzione di un solarium che a loro dire svilirebbe quel tratto di costa riducendolo ad un semplice attrattore economico e privato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA