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L’ospedale “cancellato” dalla Regione

Scoppia la polemica dopo la pubblicazione del documento degli interventi finanziati dal Ministero della salute

Di Francesco Nania |

Gli ospedali finanziati

I documenti sono stati prodotti dal parlamentare regionale, Vincenzo Vinciullo, il quale ha sottolineato come il totale dello stanziamento del ministero della Salute sia sceso dagli iniziali 820 milioni ad appena 166. In quest’elenco fanno, invece, parte i lavori di completamento del presidio ospedaliero di Augusta (9 milioni 845 mila euro), la ristrutturazione del padiglione 8 dell’ex Onp (un milione e 300 mila euro); la ristrutturazione dell’ex Inam di Lentini (800 mila euro) e il Pta di Noto (800 mila euro), l’adeguamento dell’immobile da destinare a Pta di Palazzolo (un milione e 300 mila euro) e l’adeguamento dell’ex rsa di Pachino (800 mila euro).

«Nessuna perdita del finanziamento di 110 milioni di euro – afferma la deputata regionale del Pd, Marika Cirone Di Marco, componente della commissione Sanità – L’ospedale provinciale di Siracusa con l’ospedale di Alcamo rientrano a pieno titolo nell’addendum e nella programmazione dell’assessorato regionale alla Salute. Con riferimento alla prima tranche di risorse trasferite all’assessorato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, di circa 167 milioni sull’intero ammontare di 450 milioni, saranno finanziate opere immediatamente cantierabili e con quadro finanziario completo. Condizioni queste indispensabili e a cui l’amministrazione comunale e l’Asp sono chiamate a lavorare con determinazione e celerità, ponendo fine a ritardi ingiustificabili e a un dibattito propagandistico autoreferenziale».

Non la pensa in questo modo il presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Vinciullo: «Debbo, purtroppo, confutare, quanto dichiarato dall’onorevole Cirone Di Marco e confermare che il finanziamento per il nuovo ospedale di Siracusa è andato interamente perduto. N é l’ospedale di Siracusa né tantomeno quello di Alcamo o di Ragusa sono rientrati nell’Addendum-Documento Programmatico previsto nell’Accordo di Programma per il settore degli investimenti sanitari ex art. 20 legge 67/88. In questo elenco, infatti, sono previsti 59 interventi e non vi è traccia del nuovo ospedale di Siracusa in quanto la somma che lo Stato sembra orientato a riconoscere alla Regione siciliana è di 167 milioni di euro».

L’accordo Stato-Regione

Il contenzioso si posta poi sull’ammontare delle risorse destinate alla Sicilia, che per il deputato Cirone Di Marco sono di circa 450 milioni di euro, mentre Vinciullo ribatte che «la Regione Siciliana ha una disponibilità di fonti finanziarie per nuovi investimenti da programmare pari a 845 milioni di euro, comprensivi anche dell’apporto regionale commisurato nella misura del 5% e considerando anche la quota residua sulle pregresse assegnazioni di 231 milioni di euro. A ciò vanno aggiunti 138 milioni provenienti da altre risorse, il tutto per un ammontare complessivo di 983 milioni di euro. Di questa somma, il finanziamento statale corrispondeva a 803 milioni e gli interventi programmati erano ben 79».

Per un accordo fra Stato e Regione, la somma è stata ridotta a 375 milioni di euro e gli interventi sono passati da 79 a 72.

«Adesso, essendo intervenute ulteriori riduzioni nelle disponibilità dello Stato – continua Vinciullo – la somma è stata ridotta a 167 milioni, in quanto si tratta di risorse provenienti dal rifinanziamento per l’anno 2007, oggetto dell’Intesa Stato–Regione, sottoscritta il 15 dicembre 2007, che già allora assegnava alla Sicilia 251 milioni di euro, proprio perché eravamo stati gli ultimi a predisporre l’elenco degli investimenti sanitari e quindi non era stato possibile accordare l’intera somma di 803 milioni di euro. Di fronte al nuovo tetto delle risorse assegnate dallo Stato, come procede la Regione? Semplicemente inviando l’elenco delle opere che si intendono fare finanziare: il cosiddetto Addendum. L’assessore, i suoi uffici, nel predisporre gli elenchi, hanno inserito solo le opere immediatamente cantierabili».

Prova a chiarire la questione l’assessore regionale Guicciardi, il quale all’atto del suo insediamento, ha ricevuto dal ministero dell’economia la disponibilità di un primo finanziamento di 167 milioni di euro dei 390 disponibili. Una prima tranche, quindi, di soldi per intercettare i quali era necessario selezionare le opere la cui procedura era completa. Il progetto del nuovo ospedale di Siracusa è ancora da completare per cui non poteva fare parte di questa prima tranche. Il sindaco, Garozzo, nel replicare alle accuse lanciate da Vinciullo con il consigliere Salvo Castagnino e col presidente di Neapolis, Giuseppe Culotti, mette in evidenza l’infondatezza delle argomentazioni «presentate in maniera confusa, così da creare nella gente allarme davanti alla finta possibilità di vedere allontanare la realizzazione di una grande opera pubblica».

Assessore Guicciardi: l’ospedale c’è

Il sindaco ha contattato l’assessore Guicciardi dal quale ha avuto la conferma che «nulla è cambiato rispetto al quadro già noto. L’elenco di cui parla l’onorevole Vinciullo è quello diffuso nel mese di maggio e che riguarda il 50% delle opere cantierabili, finanziate dal Ministero della salute. Siracusa in quell’elenco non c’era e non avrebbe potuto esserci, e non per responsabilità imputabili alla nostra amministrazione ma per ritardi che partono da lontano, certamente da prima del nostro insediamento».

Insomma, il primo cittadino cittadino scrolla le spalle e ribadisce che «resta da comunicare a Roma un secondo elenco di opere, per il restante 50 per cento, che diventeranno cantierabili dopo che, come nel caso degli ospedali di Siracusa e di Alcamo, saranno individuate le aree. Questo è quanto mi è stato riferito oggi da Palermo e – presumo – è quanto sarebbe stato riferito agli esponenti dell’opposizione se solo avessero avuto l’accortezza di fare una telefonata invece di diffondere notizie non vere. E pensare che si tratta di personalità che conoscono bene i palazzi dell’amministrazione regionale».

Ma Vinciullo sembra sicuro delle proprie carte e ribatte sfidando «chi ha sempre detto, in questi mesi, che non era possibile perdere il finanziamento, a chi ha detto che il finanziamento non c’era, siamo pronti ad incontrarli in qualsiasi luogo per dimostrare che grazie alla loro dabbenaggine e pochezza amministrativa, abbiamo perso 110 milioni di euro».

Rimane l’Umberto I del 1936

A queste dichiarazioni, Garozzo sbotta: «Un’opposizione priva di argomenti vuole addossarci colpe che né la nostra Amministrazione né la maggioranza hanno. L’individuazione dell’area da parte del consiglio comunale non avrebbe cambiato il corso della cose perché Siracusa era già fuori dell’elenco e perché, dopo la delibera dell’assemblea cittadina, inizierà alla Regione un iter lungo sei mesi”.

Nella diatriba si inserisce il deputato regionale del movimento 5 stelle, Stefano Zito, anch’egli componente della commissione Sanità all’Ars: «Il problema è duplice, il sindaco Garozzo ne il direttore generale dell’Asp 8, Brugaletta continuano a fare le belle statuine e intanto il tempo passa ma nessuno convoca una conferenza dei servizi. Forse è meglio che si dimettano entrambi. Sono anni che aspettiamo soldi dal governo centrale ma Pd ed Ncd si attaccano a vicenda quando la colpa è di entrambi? Ma non governano assieme sia a Roma che a Palermo? La verità è che a Siracusa paghiamo già scelte politiche scellerate sulla vecchia rete ospedaliera fatta nel 2010».

Da qualunque prospettiva la si veda, la costruzione del nuovo ospedale passa per la definizione del progetto, che prevede l’individuazione dell’area. Sulla carta esiste ed è quella della Pizzuta, scelta nel 1984 e confermata come FS2 nel Prg vigente. Si tratta di fare un passo avanti e uscire dalle secche in cui sembra essersi impantanata la discussione. 30 anni non sono bastati, ad oggi, a costruire il nuovo ospedale della città, mentre l’unico operativo è quello di via Testaferrata che, in buona parte, risale all’anno di grazia 1936.

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