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Emissioni, stretta del ministro un “tagliando” per le industrie

Di Massimiliano Torneo |

Siracusa – Due raffinerie del petrolchimico Priolo-Augusta si sono già opposte al provvedimento comunicato martedì scorso a Milazzo dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, finalizzato alla riduzione delle emissioni. Altre aziende potrebbero seguire a ruota. Il provvedimento ministeriale infatti, non è che l’avvio del riesame delle Autorizzazioni integrate ambientali (Aia), da adeguare (secondo quanto richiesto dalla Regione siciliana) alle nuove prescrizioni contenute nel Piano regionale della qualità dell’aria. Solo che il Piano, presentato nel luglio 2018, è già stato impugnato da tutte le aziende. E così il conseguente provvedimento ministeriale di riesame delle Aia è finito, al momento per i legali di Sonatrach e Isab, nello stesso procedimento depositato al Tar Sicilia, alla voce «motivi aggiunti». Lo confermano esponenti della pubblica amministrazione presenti ai tavoli istruttori, e quindi informati per conoscenza.

«Ho già firmato il decreto ministeriale – aveva detto il ministro Costa in visita alla Valle del Mela – affinché la raffineria di Milazzo, come gli altri impianti simili, adotti le Bat, le migliori tecnologie esistenti. In questa maniera le emissioni saranno sensibilmente ridotte, si stima del 50%». Per «altri impianti simili» il ministro intendeva, appunto, le raffinerie presenti anche nell’area industriale del Siracusano: Sonatrach Augusta (ex Esso), Isab Priolo e Versalis. Ma come detto si tratta di decreto di revisione delle Aia secondo un piano della Regione Siciliana che, per quanto importante e da più parti rivendicato come necessario, è già oggetto di ricorsi al Tar.

Era stata la Regione, lo scorso mese di gennaio, a chiedere al ministero dell’Ambiente l’avvio del procedimento di riesame delle Aia di propria competenza ossia rilasciate da quel dicastero precedentemente (nel maggio 2018). Nelle ragioni formali della richiesta «l’adeguamento del quadro normativo a seguito dell’adozione del Piano regionale di tutela della qualità dell’aria in Sicilia approvato dalla giunta regionale il 18 luglio 2018». Della contesa, ovviamente, fanno parte soprattutto gli adeguamenti che le aziende sarebbero costrette a realizzare nei loro impianti, per la riduzione delle emissioni industriali «al fine – c’è scritto nel provvedimento del ministero – del raggiungimento degli standard di qualità dell’aria».

Tutto ruota attorno ad alcune misure restrittive. Tra esse, l’applicazione dei limiti minimi delle Bat, che sono le migliori tecnologie disponibili secondo una precisa logica normativa, entro il 2027 (il 50% dell’obiettivo entro il 2022). L’indicazione di valori limite per due sostanze inquinanti, frutto di processi produttivi della raffinazione, che finora non risultano regolamentate da alcuna norma: il benzene e l’idrogeno solforato. L’obbligo per le aziende di installare, nel perimetro dei propri stabilimenti, sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria. L’obbligo, ancora, per le industrie di adottare misure di riduzione di due sostanze inquinanti (Cov, Composti organici volatili, e Idrocarburi non metanici) nelle fasi di carico e scarico di prodotti petroliferi: espressamente richiesto l’impianto di recupero vapori nei pontili a servizio degli stabilimenti di Milazzo, Gela, Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa. Infine tra le prescrizioni imposte dal Piano regionale, e quindi dal decreto ministeriale di riesame delle Aia, uno studio di valutazione attraverso cui le stesse aziende siano in grado di dimostrare – attraverso sofisticate modellistiche e previsioni d’impatto – che le loro emissioni non comporteranno un peggioramento della qualità dell’aria rispetto alla valutazione fatta dal Piano stesso. Insomma, tante novità e tanti costosi adeguamenti. Da qui i ricorsi e, ora, i «motivi aggiunti» dopo i decreti di riesame emanati dal ministero e annunciati dal ministro Costa martedì scorso a Milazzo. La controversia è sui tavoli del tribunale amministrativo siciliano, sede di Palermo. Non è stata ancora fissata un’udienza.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA